Washington - Gli Stati Uniti
tornano a minacciare "nuove durissime sanzioni" contro l’Iran se i
negoziati sul programma nucleare fallissero. A lanciare l’avvertimento è stata Hillary Clinton poche ore dopo che Teheran ha rinnovato
la disponibilità a un "dialogo costruttivo" sul suo programma
nucleare.
Il segretario di Stato americano ha chiarito che la pazienza degli
Usa non è senza fine: "Stiamo preparando il terreno per quel genere
di sanzioni molto dure in grado di mettere in ginocchio (l’Iran) che
potrebbero rivelarsi necessarie nel caso che le nostre offerte siano
respinte o il negoziato non abbia successo o si riveli
inconcludente".
Primo contatto a Bruxelles In una nota del capo negoziatore della repubblica islamica, Said
Jalili, in risposta all’offerta del "5+1" per la ripresa delle trattative,
aveva sottolineato che Teheran è pronta "a un’interazione e a un
dialogo costruttivi" e si conferma che presto avanzerà un nuovo
pacchetto di proposte per superare lo stallo sul nucleare, come
preannunciato dal presidente Mahmud Ahmadinejad.
Un primo contatto potrebbe esserci domani a Bruxelles, a margine
della Conferenza dei Paesi donatori per la Somalia, tra l’alto
rappresentante dell’Ue, Javier Solana, che guida i negoziati per il "5+1", e il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaqi.
Jalili ha però ribadito che l’Iran non sospenderà il suo programma
di arricchimento dell’uranio, insistendo che è finalizzato solo alla
produzione di energia elettrica.
Aperture al dialogo "La repubblica islamica proseguirà
le sue attività nucleari con un’interazione con l’Aiea nella cornice del
Trattato di non proliferazione nucleare e delle sue regole", ha
affermato Jalili. Il capo negoziatore ha criticato l’approccio delle
potenze mondiali che "«hanno cercato di usare il linguaggio ella
forza e della minaccia invece di quello del rispetto reciproco tra le
nazioni". "Questo approccio», ha insistito, "ha dimostrato la sua
inefficacia".
Clinton: "Cuba, il regime è destinato a finire" Sempre secondo la Clinton il regime dei Castro a Cuba "sta per finire". Il segretario di stato, durante una
testimonianza alla Commissione Esteri della Camera, ha
commentato le recenti affermazioni, apparentemente non in
sintonia, fatte dai fratelli Fidel e Raul Castro sulla disponibilità
cubana a discutere con gli Usa tutte le questioni, comprese quelle
dei prigionieri politici e dei diritti umani.
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