da Roma
Tornano sotto le impietose luci dei riflettori gli screzi tra Washington e il governo Prodi. E ancora una volta è lamministrazione giudiziaria - oltre alla pochezza dellazione politica - ad allargare il fossato. Già i casi Calipari e Cia (per non parlare della vicenda della liberazione di Mastrogiacomo) avevano provocato frizioni tra le due sponde. Di ieri un nuovo e secco attacco dellambasciatore Usa a Roma Ronald Spogli, stavolta sul versante della «pirateria» che di fatto imperversa nel nostro Paese sotto locchio clemente di alcuni magistrati e una scarsa attenzione della politica.
«Pur avendo ottime leggi, lItalia è eccessivamente tollerante nei confronti di chi viola lattività intellettuale», denuncia lambasciatore statunitense nel corso di un simposio bilaterale dedicato allargomento, tenutosi ieri alla Farnesina. «Attenzione - rincara - perché il vostro Paese è sempre nella lista nera dellapposito ufficio che si occupa di commercio, il quale se la situazione peggiorarsi può sempre decidere sanzioni commerciali nei vostri confronti». Non è tutto. Davanti a DAlema e Mastella che gli replicano assicurando il «massimo impegno» dellattuale governo nellaffrontare il problema, Spogli parla di «2 miliardi di dollari lanno» di mancati introiti per le aziende americane a causa del solo copyright, escludendo dunque marchi e brevetti. Snocciolando poi una impietosa classifica, a suo dire figlia proprio della arrendevolezza italiana nei confronti della pirateria. «A fine 2006 - rivela - gli investimenti Usa in Gran Bretagna ammontavano a 364 milioni di dollari. In Germania si toccava quota 99 miliardi, in Francia 65 e in Belgio 52. Persino in Spagna i nostri investimenti toccavano i 49 miliardi di dollari. Quasi il doppio cioè dei 29 miliardi di dollari investiti nella penisola».
Il motivo? Chiarissimo per il rappresentante di Washington a Roma: «Lincertezza riguardo la tutela degli investitori». E dunque «anche la mancata tutela dei diritti di proprietà » che creano una realtà - fatta di pirateria contro la quale si fa poco - «semplicemente inaccettabile» e che ovviamente può spingere il governo Usa, sotto la pressione di aziende americane che subiscono danni rilevanti, a «occuparsi del problema».
DAlema e Mastella incassano e replicano. Il ministro degli Esteri garantisce il suo interesse al varo di provvedimenti per frenare contraffazione e pirateria (oltre che attenzione al Senato per il varo della normativa Ue a tutela dei brevetti) e risponde allambasciatore: «I primi danneggiati siamo noi».
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