Washington - Sono stati alcuni passeggeri a intervenire e immobilizzarlo. E' stato fermato dai vicini di posto il giovane nigeriano responsabile di quello che la Casa Bianca ha definito "un tentativo di attacco terroristico", a bordo dell'Airbus A330 della Delta Northwest, in volo tra Amsterdam e Detroit. A venti minuti dall'atterraggio, secondo le testimonianze raccolte dai media americani, s'é avvertito uno scoppio, seguito subito da fumo e scintille. "Abbiamo sentito questo botto - racconta Syed Jafri alla Cnn - tra la sorpresa generale. Pochi istanti dopo, delle luci, come delle fiamme, e del fumo. Ci sono stati momenti di panico, ma immediatamente in tanti si sono avvicinati alla zona da cui proveniva il rumore, con acqua, coperte ed estintori. E' stato meraviglioso vedere come tutti abbiano collaborato. Un ragazzo giovane - prosegue il racconto del testimone - e subito alcuni altri si sono subito occupati di bloccare il sospettato, accompagnandolo nella parte anteriore dell'aereo, nella zona della prima classe, dove è rimasto sino all'atterraggio che si é svolto senza nessun problema. Sono stati 10-15 minuti di panico, non di più, tra chi sedeva nelle 6-7 file vicine al terrorista. Probabilmente - conclude Syed - il resto dell'aereo non s'é accorto di nulla".
Minaccia terrorismo Le autorità Usa hanno incriminato il nigeriano Abdul Faruk Abdulmutallab per aver tentato di far saltare in aria il volo Delta 253 usando una sostanza esplosiva nascosta nei suoi indumenti intimi. Il responsabile della strage mancata di Natale, che ha 23 anni, ha confessato agli inquirenti di avere trascorso un mese in un campo di addestramento di Al Qaida nello Yemen dove ha ricevuto dalla organizzazione terrorista un paio di mutande con due tasche segrete. Nella prima era stato nascosto un pacchetto di plastica contenente circa 80 grammi di PETN (una sostanza simile alla nitroglicerina) e nell'altra una siringa con una sostanza chimica da usare come detonatore del potente esplosivo. Le due tasche erano state cucite nell'area dei testicoli per rendere improbabile una perquisizione manuale in tale aerea. Ma qualcosa non ha funzionato.
Obama allarmato Il presidente Barack Obama, in vacanza alle Hawaii, è stato subito messo al corrente dell'accaduto dai suoi consiglieri militari, e - ha riferito il portavoce della Casa Bianca - ha "dato istruzioni affinché vengano prese tutte le misure appropriate per potenziare la sicurezza aerea". L'ente federale dei trasporti statunitense ha deciso di non aumentare il livello di allarme terrorismo sui trasporti aerei, in chiara controtendenza con le pratiche abituali sotto la presidenza di George Bush.
Legami con Fort Hood Il giovane nigeriano avrebbe potuto avere contatti con un imam americano-yemenita il cui nome è citato nella strage di Fort Hood, Texas, nella quale sono state uccise 13 persone. Lo afferma il deputato repubblicano alla Camera dei rappresentanti Usa, Pete Hoekstra, che è anche membro della Commissione servizi, aggiungendo che il nigeriano si sarebbe recato recentemente nello Yemen. "Potrebbe essere stato in contatto con l'imam americano (Anwar) al-Aulaqi. La questione che deve essere sollevata è la seguente: questo imam è stato sufficientemente influente da convincere qualcuno ad attaccare nuovamente gli Stati Uniti?" si è chiesto Hoestrka. Il nome di al-Aulaki è emerso nell'episodio della strage che ha fatto 13 morti e 42 feriti nella base militare di Fort Hood in Texas il 5 novembre scorso. L'aggressore, lo psichiatra militare Nidal Hassan aveva parlato nel 2008 di omicidi di americani con l'Imam. Al-Aulaki, un predicatore musulmano nato negli Usa ma residente nello Yemen ha detto di aver incontrato Nidal Hassan nove anni fa nel centro islamico Al-Hijrah di Washington e di aver avviato con lui una corrispondenza dopo aver lasciato di Usa.
Il padre, un banchiere, l'aveva denunciato Il padre di Abdul Faruk Abdulmutallab, un facoltoso banchiere, aveva messo in guardia alcuni mesi fa l'ambasciata Usa in Nigeria del pericolo che il giovane membro della famiglia si fosse lasciato contagiare da "idee estremiste" e potesse programmare attentati. Il padre era preoccupato per le attività del figlio che dopo avere studiato per tre anni a Londra e dopo essersi spostato nel Dubai per proseguire gli studi era poi scomparso nello Yemen chiedendo alla famiglia di non cercare di rintracciarlo. Alhaji Umar Mutallab, un ex-presidente della First Bank PLC in Nigeria, si era messo in contatto con l'ambasciata Usa per spiegare i suoi timori per la 'cattiva piega' presa dalla vita del figlio di 23 anni e il timore della famiglia che il giovane fosse diventato un partecipante "di qualche forma di Jihad". L'avvertimento era stato trasmesso dalla ambasciata Usa in Nigeria al Centro nazionale per il Controterrorismo ed il nome era stato inserito in una lista di persone da tenere d'occhio. Ma il nigeriano non era stato così pericoloso da meritare anche un inserimento nella lista di 'non volo' od un annullamento del visto multiplo per recarsi in Usa che aveva ricevuto alla ambasciata Usa a Londra nel giugno 2008.
Perquisizioni a Londra Scotland Yard ha effettuato delle perquisizioni a Londra. Le perquisizioni si inseriscono nel quadro della collaborazione con le autorità statunitensi dopo il fallito attentato sul volo Amsterdam-Detroit. "Siamo in contatto con le autorità americane e perquisizioni sono in corso a Londra", ha precisato un portavoce di Scotland Yard, senza dare precisazioni sugli "edifici" interessati. Molti organi di informazione indicano che sarebbe uno studente di ingegneria industriale all’università Ucl (University college London). Un portavoce dell’ateneo non ha né confermato né smentito la notizia. Il portavoce della polizia britannica non ha rilasciato commenti sul fatto che il nigeriano studiasse a Londra, né se fosse noto ai servizi di polizia britannica.
Più controlli sui voli Dopo il fallito attentato, le autorità italiane hanno intensificato i controlli su tutti i voli in partenza per Il presidente dell’Enac Vito Riggio, anche in qualità di presidente del Cisa (Comitato Interministeriale per la Sicurezza Aerea e Aeroportuale), d’intesa con le forze di polizia, ha chiesto al direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta di disporre che siano intensificati tutti i controlli sui voli in partenza dagli aeroporti nazionali con destinazione Usa.
Riggio ha chiesto inoltre di aumentare "anche i controlli manuali su tutti i passeggeri, così come richiesto anche dal Tsa (Transport Security Administration), l’autorità statunitense per la sicurezza", per prevenire gli atti illeciti. La nota dell’Enac precisa che "l’aumento dei controlli è già stato attivato in tutti gli aeroporti interessati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.