Un vaccino innovativo previene la meningite

Un futuro libero dalla meningite. Il traguardo è sempre più vicino. Perché ora, la meningite meningococcica, un'infezione pericolosa, spesso letale o fonte di gravi complicazioni, potrà essere prevenuta in tutte le sue forme. Arriva il vaccino anche contro il meningococco B (responsabile di oltre 6 casi su 10 di meningite meningococcica in Italia). Il primo contro questo sierotipo, messo a punto, dopo anni di ricerca d'avanguardia, nei laboratori di Novartis Vaccines a Siena, dal team di Rino Rappuoli e approvato di recente dall'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa). Uno strumento di prevenzione importante, indicato per l'immunizzazione fin dal secondo mese di vita e disponibile in Italia, entro fine anno. «Esistono vaccini in grado di proteggere contro i ceppi A, C, Y e W135 della meningite meningococcica, ma finora non era disponibile un vaccino contro il meningococco B», spiega Rino Rappuoli, responsabile mondiale della ricerca, Novartis Vaccines and Diagnostics. «Ecco perché è molto importante che sia arrivato il via libera anche dell'Aifa. Questo nuovo vaccino permetterà non solo di salvare molte vite umane, ma anche di cambiare le prospettive della lotta contro la meningite nel mondo. Adesso il nostro ruolo passa in secondo piano e il compito più importante lo avranno i governi e le istituzioni che hanno l'obiettivo di tutelare la salute pubblica con efficaci programmi di immunizzazione». Nel mondo, i casi di meningite da meningococco, ogni anno, sono complessivamente mezzo milione. In Italia il B è il ceppo prevalente: nel 2011 è stato responsabile del 64 per cento dei casi totali, raggiungendo il 77 per cento, nei bimbi sotto l'anno di età. La malattia è particolarmente pericolosa, in quanto attacca le persone sane senza alcun segnale, può portare al decesso entro 24-48 ore, o lasciare disabilità pesanti.

«Credo non ci sia esperienza peggiore per un pediatra di vedere un bambino con una meningite o una sepsi», afferma Chiara Azzari, direttore della clinica pediatrica II, università degli studi di Firenze e Ospedale Meyer. «A maggior rischio la fascia 0-12 mesi e tra 12 e 18 anni. Maggior incidenza tra i 4 e gli 8 mesi».

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