da Genova
Per capire cosa significa Genoa-Milan di domani, basta farsi un giro in città. Perché, dodici anni dopo, non si parla daltro nella vecchia Genova, quella che va a letto e si risveglia regolarmente con il sogno della stella, quella che racconta a tutti limportanza di quel 1893 davanti al nome della squadra, quella che finalmente si trova in serie A. Dodici anni in cui è successo di tutto: una retrocessione in C sul campo; un ripescaggio; una retrocessione in C a tavolino; persino il rischio di fallimento. Fino a Preziosi, fino a Gasperini, fino alla A. Non era ancora finito il campionato scorso e già si parlava di derby. Nonostante lo scherzetto del presidente blucerchiato Duccio Garrone che, con Cassano e Montella, ha rubato i riflettori mediatici ai rossoblù. Che hanno risposto vincendo il derby degli abbonamenti: già 21.000, quinto posto in serie A.
Domani al fischio d'inizio di Saccani ci sarà anche qualcuno per cui lemozione sarà doppia: Marco Di Vaio. Perché tornerà anche lui, dopo tre anni, in quella serie A che aveva lasciato con la maglia della Juve per un infruttuoso pellegrinaggio tra Spagna (Valencia) e Francia (Monaco). Con i suoi nove gol in ventidue apparizioni nella scorsa stagione ha contribuito a riportare in A il Grifone. E così ora il campionato delle fughe eccellenti si riappropria in un colpo solo di un attaccante di 31 anni che porta in dote 69 gol in sei stagioni.
Marco, cosa prova?
«Lemozione è tanta. Questo momento l'aspettavo da quando ho iniziato il ritiro e anche prima quando a gennaio ho scelto di tornare in Italia con il Genoa. Sono passati tre anni dalla mia ultima partita. Cè voglia di riassaporare questo campionato anche perché allestero ho avuto momenti di difficoltà. LItalia, il suo calcio, e anche i metodi di allenamento del nostro campionato mi sono mancati».
Che clima si respira?
«Cè molta attesa. Lo testimoniano i circa 21mila abbonati, una cifra straordinaria. La gente ti ferma per strada e ti pone obiettivi. Per molti limportante è stare davanti alla Sampdoria. Anche l'aria di derby è qualcosa che torno a respirare con piacere».
Che obiettivi si pone quest'anno il suo Genoa?
«Quando il presidente Preziosi mi ha contattato mi ha parlato di un progetto importante che prevedeva il ritorno in serie A e la sua permanenza. Il primo traguardo è stato raggiunto. Quello che ci apprestiamo a vivere è senza dubbio un campionato difficile. Credo che dovremo quanto prima raggiungere una tranquilla salvezza e poi potremo anche toglierci delle soddisfazioni. Il gruppo attorno a Gasperini è solido e il gioco spettacolare con molte soluzioni per noi attaccanti».
Il Genoa segna tanto, ma prende anche tanti gol. Firmeresti per un 4-4 contro il Milan?
«Firmerei per un'ottima prestazione a livello mentale. La prima in serie A dopo tanto tempo non è mai stato un impegno agevole, ma abbiamo gran voglia e lo spirito giusto. Noi dovremo sfruttare certe caratteristiche: il ritmo alto, per esempio, ma da tenere per 90 minuti. Dovremmo essere bravi ad imporlo perché appena si abbassa loro hanno giocatori che sono veramente forti e ti mettono in difficoltà».
Chi in particolare?
«Tutti. Da Kakà a Seedorf. Però permettetemi di puntare su Inzaghi. È un animale da gol, ha una grandissima voglia, ha la giusta rabbia. È un giocatore molto pericoloso».
La partita di domani sarà particolare anche per l'ordine pubblico.
«Lasciare fuori i tifosi rossoneri è una sconfitta per tutti noi, ma mi sembra necessario per evitare incidenti. Una decisione giusta visto che siamo all'inizio del campionato e non c'è ancora l'esatto polso della situazione. Non è agevole neppure per le forze dell'ordine affrontare questa situazione».
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