«Valdobbiadene, terra santa che ho nel cuore»

L'ex campione di rally, a capo di un network di concessionarie, si racconta

Piero Evangelisti

«Ogni venerdì, quando esco dagli uffici di Milano, saluto tutti con una frase che è ormai una tradizione: arrivederci, vado in terra santa». Alla vigilia di ogni weekend è così che Tony Fassina lascia figli e collaboratori per tornare nella sua Valdobbiadene, nella bella casa che si trova proprio sulla piazza centrale della cittadina, la sua terra di origine da dove il suo percorso di imprenditore di successo nel mondo dell'automobile è cominciato. «Prima di venderle le automobili le ho amate e guidate nei rally, fino al 1984, quando con la vittoria alla Targa Florio al volante di una Lancia 037 ho chiuso la mia carriera agonistica», ricorda Fassina, che vanta un palmarès di tutto rispetto nel quale figurano quattro titoli italiani, un titolo europeo e un Rally di Sanremo valido per il Campionato del mondo. Abbandonato il casco da pilota, Fassina non poteva allontanarsi dall'automobile e nel 1983 ha aperto una concessionaria Fiat a Vittorio Veneto, la prima di una lunga serie nella regione, a Padova, Mestre, e fuori sino a Pordenone. «Sono stati gli anni che definisco di crescita, un veroallenamento per fare il grande passo verso Milano con quello che era già diventato il Fassina Automotive».

Nasce così nel 1997 il Car Village, oltre 50mila metri quadrati alla periferia Nord di Milano, che amplia enormemente il gruppo veneto nel quale entrano anche i figli di Tony: Ado e Alessandro. Ai marchi storici italiani Fiat, Lancia, Alfa Romeo e Abarth se ne aggiungono via via tanti altri stranieri, dalla svedese Volvo alle giapponesi Nissan, Infiniti e Mitsubishi, dall'Audi alla Skoda e alla Hyundai, fino alla Jeep. A tutti questi si aggiungono Bentley e McLaren di cui Fassina è distributore esclusivo per l'Italia. Con oltre 330 collaboratori impiegati in Veneto e a Milano, Fassina Automotivre, lo scorso anno, ha venduto 10mila vetture nuove e 15mila auto usate o «km zero» con un fatturato di 350 milioni. «E sono nella quasi totalità vendite a clienti privati precisa quelle alle aziende e ai i noleggi, anche se abbiamo una società dedicata a questo scopo, sono marginali, perché sono trattative che spesso porterebbero ad agire in perdita», una sana filosofia commerciale che ha permesso al gruppo di superare bene la lunga crisi dell'auto.

Ma vendere un'automobile è più facile a Milano o in Veneto? «Non è mai facile risponde senza esitazioni Fassina ma è ugualmente difficile a Milano come a Treviso perché le attese dei clienti, a cominciare dalle promozioni, sono le stesse. Quello che cambia è il modo di lavorare nelle aziende che può riflettersi sulla soddisfazione del cliente che nelle nostre concessionarie e officine del Veneto può trovare un rapporto più stretto, perché si tratta di aziende che assomigliano a delle famiglie».

Come ci ricorda Fassina chi lavora nell'area di Milano impiega ore per andare al lavoro e tornare a casa e quando «stacca» il rapporto con i colleghi finisce. «In Veneto, invece, dove molti collaboratori riescono anche a tornare a casa per il pranzo, non è così, e continuiamo a stare insieme anche dopo, magari non abbiamo l'happy hour milanese, ma un ombretta di Prosecco e due fette di soppressa vanno benissimo per stare in allegria». È il Veneto che non si ferma mai, dove il lavoro è anche passione, «quella che sento dentro di me ogni mattina e che mi dà la carica per tutto il giorno», sottolinea l'imprenditore che, qualche anno fa, ha anche pubblicato il libro La passione che ci guida, sottotitolo: biografia a quattro ruote di Tony Fassina, dai rally alle sfide di impresa con il piede sull'acceleratore.

Qualche volta il settantunenne Fassina torna al volante con auto gloriose («ho fatto un Rally delle Dolomiti con la 037 del 1984, stavo andando bene, poi sul Passo Giau, sotto una pioggia torrenziale si è rotto il tergicristallo») e ha un sogno nel cassetto, da realizzare nella «sua» terra santa: acquistare una tenuta per diventare produttore del grande Prosecco, un'attività in cui sono già impegnati il cognato e la sorella Paola.

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