Valerio Evangelisti, un lungo viaggio cavalcando storie di tutti i generi

Romanzi brevi e racconti ritrovati compongono l'ultima antologia dello scrittore. Tra fantascienza, orrore, fantasy e avventura

Valerio Evangelisti, un lungo viaggio cavalcando storie di tutti i generi

Valerio Evangelisti non amava i porti sicuri, ma preferiva navigare a vele spiegate nei burrascosi oceani della letteratura, libero nel suo modo di narrare come si sentivano liberi i Fratelli della Costa sulle loro navi. Era capace di interpretare la fantascienza, il noir, l'horror, il western, la storia dell'epoca risorgimentale, le saghe operaie americane e italiane e quelle della rivoluzione messicana, riuscendo ad essere un'interprete credibile a 360 gradi nella narrativa di genere. Naturale e piano nella scrittura, applicava uno stile diretto, secco e personale, privo di fronzoli.

Il volume La fredda guerra dei mondi (Mondadori, pagg. 552, euro 22), curato da Franco Forte, ci mostra le molte anime dell'autore bolognese morto l'anno scorso a 69 anni. Alann D. Altieri, presentandolo nel volume collettaneo Anime nere, scrisse: «verrà un tempo in cui l'opera letteraria di Valerio Evangelisti sarà oggetto di saggi accademici. A tutti gli effetti Valerio è uno dei più straordinari narratori europei del nostro tempo. Uomo di incredibile cultura e di stupefacente inventiva, riesce ad amalgamare generi tematiche e modelli quasi antitetici e a plasmarli in un'unica entità narrativa di perfezione pressoché cartesiana».

Tutto questo emerge a tinte forti nei meravigliosi «Romanzi brevi e racconti ritrovati» che compongono la sua ultima antologia. Un volumone poderoso in cui si evidenzia come la fantascienza sia stata spesso il motore principale delle maggiori produzioni di Evangelisti ma, come spiega Franco Forte, «molti dei racconti che troverete in questa raccolta hanno sempre anime diverse, pulsioni narrative, politiche e personali e umorali che riescono a tratteggiare i diversi aspetti della sua personalità componendo un quadro più ampio, definito e variopinto del ragazzone alto e dinoccolato che nulla aveva da spartire con il suo personaggio più famoso, Eymerich l'inquisitore, se non forse alcuni tratti dell'aspetto fisico».

I racconti di Evangelisti sono fatti di carne e sangue. Lo si percepisce fin dall'inizio della raccolta, in Fluidità corporea: in venti appunti o note che partono dal commento a una foto segnaletica (fissata a un dossier da una graffetta) seguiamo la storia di un operaio dalla vita apparentemente normale ma che nasconde un segreto terribile. Ama la chimica dei corpi e per questo arriva ad avvelenare persone con il tallio. È convinto di svolgere esperimenti. La gente invece lo considera un pazzo omicida e per questo lo condannerà al manicomio. Non c'è niente di scontato nel racconto di Evangelisti, non c'è lo sguardo pietoso verso un uomo malato, né quello morboso nei confronti di un serial killer.

C'è la lucida descrizione di una follia come quella che prende il protagonista di Cicci di Scandicci, ossessionato dalle donne e dai cinghiali nel mondo contadino in cui cresce e che tanto ci ricorda quello del Mostro di Firenze. Le storie narrate si dilatano nel tempo e nello spazio, retrocedendo anche nei secoli. Nel breve racconto Eymerich contro Palahniuk, una copia del romanzo Ninna nanna dello scrittore statunitense viene trovata nelle mani di una donna che ha viaggiato nel tempo. Il romanzo verrà considerato un libro di magia dall'Inquisitore e la donna sarà condannata alla tortura in quanto strega.

Se in Stanlio & Ollio, Terror Detectives il presidente Bush attiva un assurdo piano per rispondere all'attacco delle Torri Gemelle usando due computer dotati di intelligenza artificiale che hanno le fattezze e il modo di fare dei due grandi comici, in Rachid viene analizzata la psicologia di un fanatico religioso pronto a uccidersi per la sua fede e il suo Paese. Quanto a I fratelli della costa, rappresenta il punto d'avvio delle imprese marinaresche del cavaliere Michel de Grammont che porterà alla genesi di romanzi pirateschi come Tortuga, Veracruz e Cartagena.

In chiusura del volume spicca l'autobiografico diario di malattia Day hospital, in cui Evangelisti documenta giorno per giorno la sua battaglia contro il «linfoma non Hodgkin di tipo B a grandi cellule aggressivo» che gli venne diagnosticato. Era convinto che l'esperienza del cancro non andasse nascosta, quindi la condivise pubblicamente su Internet e scrisse un testo privo di pietismi e pieno di ironia, coraggio e lucidità. Dove ammetteva: «non mi riconosco in nessuna religione organizzata. Non sono neanche ateo, però. Mi definirei neoplatonico. Credo nell'anima mundi e in molte considerazioni di Plotino. Forse è questo che mi ha consentito - assieme a una forma tumorale che non comporta dolore - di trasformare un'esperienza drammatica in un'esperienza insolita».

I capitoli composti per il romanzo incompiuto La fredda guerra dei mondi che chiudono il volume ci mostrano infine che

Valerio Evangelisti stava progettando un'altra storia di fantascienza, ancora una volta senza happy end consolatorio, dedicata ad esseri misteriosi da tempo incarcerati e destinati a scatenare un'eterna guerra nel cosmo.

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