Il Vaticano boccia i cpt: «Sono prigioni»

da Roma

«La detenzione arbitraria avvelena la società umana, danneggia coloro che la praticano e coloro che la subiscono». Con queste parole, il cardinal Raffaele Martino del Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, ha stigmatizzato l'uso indiscriminato della reclusione per i rifugiati e gli immigrati in violazione dei diritti umani. Martino è intervenuto oggi alla conferenza stampa di presentazione della Coalizione internazionale sulla detenzione di rifugiati richiedenti asilo.
«I rifugiati e gli immigrati - ha detto Martino - dovrebbero essere accolti come persone e aiutati, insieme alle loro famiglie, a integrarsi nella società: dobbiamo accoglierli a braccia aperte e con spirito di solidarietà». Ma il cardinale ha anche toccato uno dei temi più caldi del dibattito sull' immigrazione: quello dei centri di permanenza temporanea che, ha detto, «sono ridotti ormai a vere prigioni dove si violano sistematicamente i diritti dell'uomo» e «luoghi dove viene umiliata la dignità umana». Per questo servono «soluzioni alternative».
«La Chiesa - ha spiegato il cardinale - proclama i diritti umani e quindi se c'è offesa a questi ultimi, le leggi non possono che apparire ingiuste.

I rifugiati e gli immigrati rinchiusi in questi centri non hanno commesso nessun crimine se non quello di arrivare in Italia per una speranza di salvezza; la reclusione per loro non mi sembra una pena meritata, il quadro normativo va ripensato».

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