Dal Big Bang al Gesù storico: quando la scienza diventa alleata della fede

Due libri appena usciti sfatano il mito dell'inconciliabilità tra Cristianesimo e prove scientifiche, riaprendo il dibattito sull'esistenza di Dio

Dal Big Bang al Gesù storico: quando la scienza diventa alleata della fede
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Fede e scienza sono davvero due realtà inconciliabili che si escludono a vicenda? Buona parte della cultura dominante ne appare sempre più convinta, ma nelle librerie italiane sono da poco arrivati due saggi che si propongono di smentire questa vulgata. Per Edizioni Sonda è uscito “Dio. La scienza, le prove. L'alba di una rivoluzione” scritto da Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnaisses e che conta sulle prefazioni del premio Nobel per la fisica Robert W. Wilson e di Antonino Zichichi. Si tratta di un'opera che ha già avuto un grande successo in Francia e che si pone l'ambizioso scopo di dimostrare la plausibilità dell'esistenza di un Dio creatore sulla base non di dogmi ma delle acquisizioni scientifiche del XX secolo che la confermano.

Il Big Bang

Il Nobel Wilson, nella prefazione dell'edizione originaria, lo scrive apertamente: "se (...) come suggerisce la teoria del Big Bang, l’Universo ha avuto un inizio, allora non possiamo evitare la questione della creazione". Il XX è il secolo della teoria del Big Bang. Gli autori, dati alla mano, fanno notare come la scoperta nel 1964 della radiazione cosmica di fondo con gli studi di George Gamow finisca per mettere in difficoltà gli scienziati sostenitori dell'eternità dell'universo. C'è una convergenza, dunque, tra i risultati della cosmologia contemporanea che Bolloré e Bonnaisses riepilogano e il pensiero di san Tommaso d'Aquino. Il Dottore Angelico, di cui pochi giorni fa risaliva il 750° anniversario della morte, che sosteneva come l'universo fosse stato creato da Dio dal nulla, scriveva: "Rispondo che non è solo la fede a sostenere la creazione, ma lo dimostra anche la ragione". Nella seconda parte il libro mette in discussione le presunte certezze del materialismo e cerca di procedere ad un'analisi logica di materie quali le vicende della Bibbia, l'esistenza storica di Gesù, il miracolo di Fatima. Il libro non pretende di dare una risposta alla domanda delle domande sull'esistenza di Dio, ma punta a sfatare la convinzione diffusa di una scienza "nemica" della fede presentando, al contrario, le più recenti scoperte scientifiche come supporto sorprendente all'ipotesi di un Dio creatore.

Gesù vero uomo e vero Dio

Oltre al libro di Michel-Yves Bolloré e Olivier Bonnaisses uscito ora in italiano grazie ad Edizioni Sonda, da poco si può trovare in libreria anche un'altra opera che presenta la scienza come alleata della fede. Pubblicato da Ares, "Gesù di Nazaret: una storia vera? I Vangeli alla prova della scienza" di Marco Fasol è un'indagine scientifica dei Vangeli che punta a dimostrare l'esistenza storica di Gesù Cristo. Lo scopo che muove Fasol viene reso esplicito in un passaggio del libro, dove ammette che "il credente potrebbe ritenere superflua la ricerca storica, dicendo che gli basta aver fede in Gesù Cristo e quindi nei Vangeli. Anzi può ritenere che questa indagine critica sia un indizio di scarsa fede".

Tuttavia, l'autore precisa che "la fede in Cristo è tale solo in quanto ritiene che Gesù sia veramente entrato nella storia umana e non sia un mito leggendario" aggiungendo che "le argomentazioni storiche, quindi, rafforzano le convinzioni del credente e gli permettono di rispondere a tutti quei laicisti che lo accusano di fidarsi di leggende e miti, di essere insomma un credulone". Non ci può essere alcuna scissione o, peggio ancora, contraddizione tra il Gesù storico e il Cristo della fede. Ribadirlo è stata una delle priorità del pontificato di Benedetto XVI, determinato a presentare "il Gesù dei Vangeli come il Gesù reale, il Gesù storico, una figura storicamente sensata e convincente".

Sia "Dio. La scienza, le prove. L'alba di una rivoluzione" (Edizioni Sonda) che "Gesù di Nazaret: una storia vera? I Vangeli alla prova della scienza" (Edizioni Ares) si prongono come due utili strumenti per il credente che intende calarsi nel terreno del confronto "laico" portando a sostegno delle proprie convinzioni prove scientifiche e storiche.

Sono opere pensate, in particolare, per chi è consapevole di far parte di quelle "minoranze creative" dell'Occidente postcristiano o comunque secolarizzato, essendo funzionali sia a generare il dibattito tra i non credenti non ostili che a confutare le argomentazioni meno solide e più pregiudiziali degli scettici. La scienza, dunque, può aiutare a dimostrare che è ragionevole credere.

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