Il braccio destro del Papa non molla: "Le benedizioni gay? Non sono blasfeme"

Il prefetto del dicastero per la dottrina della fede attacca i critici di Fiducia supplicans e si difende sul libro dello scandalo: "privo di errori teologici"

Il braccio destro del Papa non molla: "Le benedizioni gay? Non sono blasfeme"
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Non ha intenzione di fare passi indietro Víctor Manuel Fernández, il cardinale chiamato da Francesco a presidiare la dottrina della fede e che ha terremotato la Chiesa con la pubblicazione di Fiducia supplicans che apre alle benedizioni delle coppie di fatto e formate da persone omosessuali. Il prefetto è finito nella bufera nei giorni scorsi per alcuni stralci di un libro scritto nel 1998 dal titolo La Pasíon Mística. espiritualidad y sensualidad in cui parla di orgasmi maschili e femminili interpretandoli in chiave teologica. Nonostante l'imbarazzo in Vaticano, il porporato argentino continua ad essere tranquillo ed oggi ha rilasciato un'intervista a La Stampa per contrattaccare.

La frecciata ai vescovi critici

Anche in quest'intervista, il cardinale argentino sembra insofferente alle critiche ricevute per Fiducia supplicans e per il comunicato stampa diffuso il 4 gennaio con lo scopo di chiarirne i contenuti. Nell'intervista, infatti, ha liquidato senza troppa considerazione chi ha espresso perplessità. "Quel comunicato sembra una catechesi per adolescenti", ha detto Fernández pur consapevole che la protesta nei confronti del contenuto della Dichiarazione è partita da molte conferenze episcopali, soprattutto africane, e singole diocesi in tutto il mondo. Il comunicato stampa che indicava al massimo 10-15 secondi per queste nuove benedizioni è stato scritto - sostiene il cardinale argentino - perché "alcuni scrivevano che non capivano concretamente come devono avvenire" e dunque "per non lasciare dubbi". Al testo del 4 gennaio, però, non sono seguite reazioni soddisfatte da parte dei vescovi che avevano accolto freddamente Fiducia supplicans.

La tipologia di benedizioni

"Benedire, nel senso delle benedizioni 'pastorali', non liturgiche, non potrebbe essere nè sacrilego nè blasfemo", insiste Fernández nell'intervista ribadendo l'allargamento del concetto di benedizione che lui stesso ha deciso con Fiducia supplicans e di cui non ha traccia in documenti che affrontano lo stesso tema, come ad esempio la Sacramentum caritatis di Benedetto XVI. Di questa differenziazione non si è parlato al Sinodo sulla sinodalità che, in ogni caso, si concluderà ad ottobre prossimo. "La Dichiarazione ricorda che c'è pure una vita apostolica spontanea, lungo i marciapiedi", ha affermato il cardinale argentino. A chi ha accusato le benedizioni arcobaleno di essere sacrileghe, il prefetto ha risposto che "un sacrilegio o una blasfemia sarebbe ricevere la comunione con odio nel cuore, o accettare che un essere umano sia incacerato oppure ammazzato solo per il suo orientamento sessuale". Occorre ricordare che ben prima di Fiducia supplicans, già il Catechismo della Chiesa cattolica è esplicito nel condannare questi atteggiamenti scrivendo che le persone omosessuali "devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione".

Il libro dello scandalo

Fernández ha risposto anche in merito alle polemiche scaturite dalla diffusione dei capitoli del suo libro La Pasíon Mística. espiritualidad y sensualidad in cui, oltre a descrivere gli organi e gli atti sessuali dettagliatamente, si chiedeva "se queste particolarità dell'uomo e della donna nell'orgasmo ricorrono in qualche modo anche nel rapporto mistico con Dio". In un altro passaggio, invece, l'allora 36enne teologo argentino passava a descrivere "un’esperienza d’amore, un incontro appassionato con Gesù, che mi raccontò un’adolescente di sedici anni". A La Stampa il cardinale ha detto: "Non ci sono sbagli teologici, ma già allora chiesi di ritirarlo e oggi lo sciverei diversamente". Lo scorso luglio, quando fu annunciata la nomina di Fernández a prefetto per la dottrina della fede e venne allegata la lista di alcune sue pubblicazioni, il titolo del 1998 non era stato inserito.

Il proporato ha confessato al quotidiano torinese di sentirsi sotto attacco: "sentirsi odiato non è bello soprattutto perché non ci sono elementi così terribili che giustificano questa durezza", ha detto sostenendo di aver ricevuto anche "tre volte messaggi di minaccia".

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