La nuova avventura di monsignor Georg Gänswein è cominciata in talare filettata e ferraiolo paonazzo, a quasi 3000 km dal Vaticano. L'ex segretario di Benedetto XVI ha ufficialmente assunto l'incarico di nunzio apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia dopo aver presentato le lettere credenziali al presidente lituano Gitanas Nauseda al termine della scorsa settimana. La nomina del Papa è arrivata il 24 giugno scorso.
Nunzio apostolico nella zona "calda"
Gänswein, per decenni braccio destro di Joseph Ratzinger e poi collaboratore poco amato di Francesco che lo ha privato prima de facto e poi anche formalmente del suo incarico di prefetto della Casa Pontificia chiedendogli per circa un anno di tornare nella sua diocesi di origine di Friburgo senza ruoli, è stato ben accolto dal presidente lituano che ha ricordato come la Santa Sede si rifiutò di riconoscere l'integrazione della Lituania nell'Unione Sovietica quando fu comunicata da Vjačeslav Molotov nel 1940. Un riferimento storico non casuale se si tiene conto dell'attuale situazione: soprattutto dopo l'inizio della guerra in Ucraina, il confine tra la Russia e i Paesi Baltici è diventato "caldissimo". La Santa Sede, a seguito delle dichiarazioni di Francesco sull'"abbaiare della Nato alle porte di Mosca" e sull'eredità della "grande Russia", ha avuto più di un problema diplomatico con Vilnius. Per questo motivo, a guerra ancora in corso, l'incarico affidato a Gänswein non è certo un buen retiro. Non bisogna dimenticare che il suo predecessore monsignor Petar Rajic, attualmente nunzio apostolico in Italia e San Marino, lo scorso anno fu convocato dal ministro degli esteri lituano per le già ricordate dichiarazioni del Papa ai giovani cattolici russi che elogiavano anche figure come Pietro il Grande e Caterina II.
L'accoglienza
Il nuovo nunzio apostolico, oltre al presidente Nauseda, ha avuto modo in queste settimane di incontrare altre autorità a Vilnius. La guerra in Ucraina, ad esempio, è stata al centro del suo colloquio con il viceministro degli esteri lituano Simonas Šatūnas che ha fatto presente all'arcivescovo tedesco come il governo di Vilnius, pur apprezzando gli sforzi di Francesco per raggiungere la pace, ritiene che "la pace sarà possibile solo dopo che l’Ucraina avrà ottenuto la vittoria e i responsabili dei crimini di guerra saranno assicurati alla giustizia". Toni molto diversi da quelli utilizzati da Francesco e dalla diplomazia vaticana e che fanno capire quanto il lavoro di Gänswein sia tutt'altro che facile. Non è una punizione, però, ma una prova di fiducia del Pontefice argentino che ha scelto una sfida impegnativa ma stimolante per il segretario del suo predecessore.
Entusiasmo tra i cattolici
Gänswein, intanto, ha avuto già modo di incontrare tutti i vescovi dei Paesi Baltici, tra i quali i cardinali lituani Sigitas Tamkevičius, sopravvissuto ad anni di prigionia sovietica in Siberia, e Audrys Juozas Bačkis, partecipante agli ultimi due conclavi. Domenica scorso il nuovo nunzio apostolico ha concelebrato anche la messa all'aperto a Šiluva, luogo di pellegrinaggio dove c'è un conosciuto santuario. In occasione della festa di Nostra Signora di Šiluva, Gänswein ha rivolto un breve messaggio ai pellegrini dicendo che "la Provvidenza mi ha portato qui" e si è detto convinto che un nunzio apostolico non debba limitarsi a svolgere un "lavoro importante, formale e burocratico, ma che sia al centro della vita pastorale, che incontri i fedeli di questa bella terra".
Intanto l'arrivo di una delle figure più conosciute della Chiesa nel mondo ha provocato entusiasmo nelle comunità cattoliche dei Paesi Baltici e la partecipazione alla celebrazione di domenica scorsa, nonostante il forte caldo, è stata altissima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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