Ora c’è anche l’ufficialità: monsignor Georg Gänswein è il nuovo nunzio apostolico in Lituania, Estonia e Lettonia. Finisce dopo un anno l’”esilio” a Friburgo, sua diocesi di origine, senza alcun incarico dopo la fine formale del suo mandato prefetto della Casa Pontificia.
L’ex segretario di Benedetto XVI, come anticipato, si prepara ad atterrare a Vilnius per occupare il posto lasciato vacante lo scorso a marzo da monsignor Petar Rajič destinato alla nunziatura di Italia e San Marino. L’indicazione papale risale probabilmente allo scorso aprile, mentre la nota di gradimento era sulla scrivania delle autorità lituane da fine maggio. La nunziatura di Vilnius copre i tre Paesi baltici e dopo l’inizio del conflitto in Ucraina e le posizioni del Papa è diventata una sede calda, al punto che il ministero degli Esteri lituuano aveva convocato Rajič dieci mesi fa dopo le dichiarazioni di Francesco ai giovani cattolici russi sull’eredità della “Grande Russia”.
La nunziatura
La sede di Vilnius ha una storia interessante perchè in epoca pre-sovietica, dopo la Prima guerra mondiale, la Santa Sede stabilì relazioni diplomatiche nominando come delegato apostolico nei Paesi Baltici il gesuita monsignor Antonino Zecchini. Il prelato divenne poi nunzio apostolico a Riga, dove è morto nel 1935. La Lituania ebbe un nunzio apostolico esclusivo nel 1940 con la nomina di monsignor Luigi Centoz che si stabilì a Kaunas in quanto Vilnius era città contesa con la vicina Polonia. Dopo l'occupazione sovietica, però, il nunzio fu espulso e il concordato che era stato firmato nel 1927 venne abolito.
L'esperienza
Nel ruolo di prefetto della Casa Pontificia, dove Benedetto XVI lo volle nel 2012 prima della rinuncia e dove Francesco lo ha mantenuto formalmente fino a fine febbraio 2023 (e fattivamente fino al gennaio del 2020), Gänswein ha avuto modo di fare esperienza con capi di Stato, capi di governo, ministri ed ambasciatori.
Dopo la morte di Benedetto, i rapporti tra Gänswein e Francesco - mai idilliaci - sono arrivati ai minimi termini e non sono mancate in questi mesi varie punzecchiature reciproche in libri e dichiarazioni pubbliche. Se l'arcivescovo tedesco aveva rivelato nella sua autobiografia scritta con Saverio Gaeta le tensioni negli anni di collaborazione diretta e persino la decisione del Papa di non dargli l'appartamento pontificio inizialmente previsto per chi copriva il suo incarico, Bergoglio in un libro-intervista lo aveva accusato di "mancanza di nobiltà e umanità" per le tempistiche dell'uscita dell'ormai famoso "Nient'altro che la verità". Libro che in questi mensi l'ex segretario di Ratzinger ha continuato a presentare in diverse città in Germania.
Vicino a Ratzinger
Gänswein ha “solo” 67 anni ma da diverso tempo si trovava nella condizione che generalmente i vescovi vivono dopo i 75 anni.
L’arrivo a Vilnius segna un nuovo capitolo nella sua carriera ecclesiastica segnata dalla vicinanza a Joseph Ratzinger con il quale iniziò a collaborare nel 1996 alla Congregazione per la dottrina della fede. Il sodalizio iniziato all’ex Sant’Uffizio era continuato nel Palazzo Apostolico e successivamente, dopo la rinuncia del 2013, nel monastero Mater Ecclesiae fino alla morte del Papa emerito l’ultimo giorno del 2022.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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