
"Lo Stato di Israele esprime le sue più sentite condoglianze alla Chiesa cattolica e alla comunità cattolica mondiale per la scomparsa di Papa Francesco. Che possa riposare in pace". Queste, dopo tre giorni di silenzio e di polemiche, le parole dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla morte del pontefice.
Un messaggio che potrebbe mettere la parola fine al dibattito scoppiato subito dopo la morte di Bergoglio, in particolare dopo la decisione del ministero degli Esteri israeliano di cancellare tutti i post di cordoglio per la morte del Papa, mossa che ha scatenato la rabbia degli ambasciatori. Fino ad oggi, la prima e unica voce israeliana ad esprimere le condoglianze era stato il presidente Isaac Herzog.
La decisione di cancellare i post di cordoglio non era stata accompagnata da alcuna spiegazione. A pesare, secondo molti, i rapporti sempre più freddi tra Israele e il Vaticano a causa delle recenti posizioni del pontefice sulla Striscia di Gaza. Lì "non è in corso una guerra, è crudeltà" l'affondo di Bergoglio, che aveva accusato Israele di "bombardare i bambini e colpirli con mitragliatrici", sostenendo che "quello che sta accadendo a Gaza assomiglia a un genocidio". Papa Francesco, inoltre, era stato criticato per non aver parlato del dolore degli israeliani per gli orrori perpetrati da Hamas il 7 ottobre, ma esclusivamente di quello del popolo di Gaza.
Come evidenziato in precedenza, il dietrofront sancito dal ministero degli Esteri aveva fatto storcere il naso ai diplomatici, che avevano denunciato "il grave danno all'immagine di Israele, proprio agli occhi di centinaia di milioni di fedeli cattolici in
tutto il mondo". "Stiamo cancellando un post semplice, innocuo, che esprime un cordoglio basilare, è chiaro a tutti che è solo a causa delle critiche del papa per la guerra a Gaza" la sottolineatura di un ambasciatore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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