Papa Francesco choc: "Ho già firmato le dimissioni..."

Clamorosa rivelazione di Jorge Mario Bergoglio che ha già firmato la rinuncia, nel 2013, in caso di impedimento medico. Ecco cosa c'entra il cardinale Bertone

Papa Francesco choc: "Ho già firmato le dimissioni..."
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Quasi dieci anni dopo la storica rinuncia di Benedetto XVI, il suo successore fa sapere al mondo di aver già firmato le sue dimissioni. Lo ha fatto addirittura ad inizio pontificato, affidandone all'allora cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone. È quanto ha rivelato lo stesso Francesco in un'intervista al quotidiano nazionale spagnolo Abc.

"Ho già firmato le mie dimissioni", ha rivelato il Papa, spiegando di aver consegnato il foglio al porporato piemontese - che finì il suo mandato nel 2013 - dicendogli:

"In caso di impedimento per motivi medici o che ne so, ecco le mie dimissioni. Ce l'hanno già. Non so a chi l'abbia dato il cardinale Bertone, ma gliel'ho date lui quando ero segretario di Stato".

Nell'intervista, Francesco ha ricordato il precedente di Paolo VI: come ricostruito da recenti studi, nel 1965 Montini inviò al suo Segretario di Stato Amleto Cicognani e a Eugène Tisserant, decano del collegio cardinalizio, la lettera con cui ordinava loro di accettare le sue dimissioni "nel caso di infermità, che si presuma inguaribile, o di lunga durata, e che ci impedisca di esercitare sufficientemente le funzioni del nostro ministero apostolico".

Ma Bergoglio ha citato anche un altro suo predecessore, quel Pio XII che - come testimoniato da monsignor Pietro Palazzini - durante la Seconda Guerra Mondiale scrisse una lettera di dimissioni al cardinale portoghese Manuel Cerejeira Goncalves nella convinzione che se Adolf Hitler avesse tentato di arrestarlo, non avrebbe potuto mettere mano sul capo della Chiesa cattolica: "Così i nazisti deporteranno il cardinale Pacelli, non il Papa", confidò Pio XII.

L'elogio a Benedetto XVI

Una citazione storica di grande interesse storico specialmente alla luce dell'istituzione della figura del Papa emerito dopo la rinuncia di Benedetto XVI. Un argomento che Francesco ha affrontato nell'intervista: "No, non l'ho toccato per niente, né mi è venuto in mente l'idea di farlo", ha detto il Papa, spiegando che "sarà che lo Spirito Santo non ha interesse che io mi prenda cura di quelle cose". Un cambio di programma rispetto a quanto affermato in un'intervista a Televisa di qualche mese fa nella quale Bergoglio aveva detto che "la storia stessa aiuterà a regolamentare meglio” il ruolo del papato emerito. Un tema di cui, considerata la vicinanza temporale con la rinuncia di Ratzinger, si è scritto ancora molto poco e su cui a breve uscirà un volume dal titolo "Papa, non più papa. La rinuncia pontificia nella storia e nel diritto canonico" ( A. Feniello- M.Prignano, Viella, 2022) con un contributo specifico dal titolo "La novità del papato emerito. Unicità storico o inizio di nuovi tempi?" del professor Roberto Regoli.

E a proposito di papato emerito, Francesco ha voluto commentare anche il suo rapporto con Benedetto XVI che, dopo il suo ritorno da Castel Gandolfo, vive da anni a poca distanza da lui, in Vaticano, nel Monastero Mater Ecclesiae. Il Pontefice regnante ha spiegato di visitare spesso il suo predecessore, come aveva rivelato anche di recente durante la cerimonia per il Premio Ratzinger: "Ne esco edificato dal suo sguardo trasparente. Vive nella contemplazione... È di buon umore, è lucido, molto vivo, parla piano ma segue la conversazione", ha detto Bergoglio, aggiungendo parole di stima per Benedetto XVI di cui ammira l'intelligenza e che ha definito "grande".

Nell'intervista, Bergoglio non ha risparmiato una frecciata ad un cardinale creato da Ratzinger e che sul tema del papato emerito si è espresso in più occasioni, il presidente emerito del Pontificio comitato di scienze storiche, cardinale Walter Brandmüller. Ad una domanda del giornalista sulle tante nazionalità dei cardinali che eleggeranno il suo successore, Francesco ha ammesso che questa circostanza potrebbe rendere più difficile la scelta "dal punto di vista umano" ma ha ricordato che in Conclave "chi opera è lo Spirito Santo" ed ha poi contestato "chi ha proposto che l'elezione del nuovo Papa si facesse solo con i cardinali che vivono a Roma" chiedendosi polemicamente se "è questa l'universalità della Chiesa?".

Era stato proprio Brandmüller ad avanzare questa proposta durante il concistoro pubblico sulla riforma della Curia che si è svolto in Vaticano a fine agosto. Il cardinale tedesco, che non ha potuto pronunciare l'intervento, è stato anche uno dei quattro autori dei Dubia su Amoris Laetitia.

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