Papa Francesco: "Tanti santi nel Piemonte massone e mangiapreti"

Bergoglio esalta san Leonardo Murialdo ricordando come il contesto in cui fondò la sua Congregazione era dominato dalle logge

Papa Francesco: "Tanti santi nel Piemonte massone e mangiapreti"
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Il 19 marzo 1873 san Leonardo Murialdo fondava la Congregazione di san Giuseppe, con la collaborazione di don Eugenio Reffo. In prossimità del 150esimo anniversario, Francesco ha ricevuto in Vaticano una delegazione di padri giuseppini. L'occasione è servita per ricordare la figura del fondatore nato in una facoltosa famiglia torinese dell'Ottocento e per lodare il carisma a cui si è ispirata la Congregazione.

Piemonte, terra di famiglia

La famiglia di Jorge Mario Bergoglio è originaria del Piemonte. Il padre, infatti, era emigrato alla fine degli anni '20 con i genitori Giovanni e Rosa, lasciando Portacomaro che si trova in provincia di Asti. Proprio alla luce delle sue radici familiari, è interessante ciò che ha detto oggi il Papa nell'udienza concessa a Palazzo Apostolico alla delegazione di giuseppini. Elogiando l'iniziativa pionieristica del Murialdo di 150 anni fa, Bergoglio ha voluto sottolineare come questa abbia avuto luogo nel “fuoco – diciamo così –, nel centro della massoneria, a Torino, nel Piemonte" e come in quest'area, nonostante ciò, ci siano "tanti santi, tanti" proprio nell'Ottocento. Francesco ha detto:

"E proprio nel centro della massoneria e dei mangiapreti, i santi, e tanti, non uno, tanti. Dunque ha fondato a Torino, in questo contesto duro, segnato da tanta povertà morale, culturale ed economica, di fronte alla quale non è rimasto indifferente: ha raccolto la sfida e si è messo al lavoro, in mezzo alla massoneria".

Le parole utilizzate per rimarcare il consistente numero di santi impegnati nella questione sociale in una zona caratterizzata - in base a quanto sostenuto dal Papa - da una forte penetrazione della massoneria nel XIX secolo sono state aggiunte a braccio dal Pontefice. Nel discorso inizialmente previsto, infatti, mancava questo specifico passaggio. Il Pontefice ha detto che questa circostanza va studiata.

Anticipatore

Francesco, inoltre, ha voluto presentare san Leonardo Murialdo come un anticipatore. In particolare per ciò che riguarda la sua concezione del ruolo dei laici nella Chiesa. Parlando del santo torinese, il Papa ha detto che "nella seconda metà dell’ottocento, un secolo prima del Concilio Vaticano II, diceva (che) 'il laico, di qualsiasi ceto sociale, può essere […] un apostolo non meno del prete e, per alcuni ambienti, più del prete'".

Bergoglio, poi, ha rispolverato alcuni ricordi di quando in Argentina era maestro di novizi a Villa Barilari a San Miguel e qui aveva alcuni studenti giuseppini. Scherzando, il Papa ha detto che gli studenti da lui conosciuti avevano un superiore giuseppino che era "un furbone" e per questo era stato ribattezzato anche da lui "il premio Nobel” della furbizia".

I precedenti

Quasi sei anni fa, secondo un'indiscrezione riportata da Il Messaggero, Francesco rifiutò le lettere credenziali presentate dal nuovo ambasciatore libanese presso la Santa Sede proprio per la sua presunta vicinanza alla massoneria francese.

Bisogna ricordare, infatti, che il Codice di Diritto Canonico del 1917 prevede che coloro i quali si iscrivono alla massoneria o ad altre associazioni dello stesso genere incorrono ipso facto nella scomunica riservata alla Sede Apostolica.

Una linea ribadita più recentemente dalla Congregazione per la Dottrina della Fede all'epoca guidata dal cardinale Joseph Ratzinger - futuro Benedetto XVI - che in una dichiarazione del 1983 poi spiegata ulteriormente in un documenti di riflessioni spiegava che la decisione di intervenire di nuovo si doveva ad evitare "la possibilità che si diffondesse fra i fedeli l'errata opinione secondo cui ormai la adesione a una loggia massonica era lecita" ritenendo di dover confermare il "pensiero autentico della Chiesa in proposito" mettendo in guardia i fedeli "nei confronti di un'appartenenza incompatibile con la fede cattolica".

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