Ieri Papa Francesco ha lasciato il Policlinico Gemelli in cui era stato ricoverato mercoledì pomeriggio ed ha fatto ritorno in Vaticano, non prima di salutare e ringraziare i giornalisti che hanno seguito in questi giorni la sua degenza fuori dall'ospedale romano. Il Papa si è fermato ed è sceso dalla macchina, rispondendo ad alcune domande su quanto gli è accaduto questa settimana.
Il malessere
Bergoglio ha fatto ricorso all'humour per commentare quanto gli è successo ed ha esclamato "sono ancora vivo" di fronte alle domande di chi gli chiedeva come si sentiva. Nonostante la disponibilità, il Pontefice non ha risposto nello specifico alla domanda più attesa, ovvero quella relativa al motivo del suo ricovero. Ha detto di aver sentito "come un malessere, come quando uno ha mal di stomaco" e più tardi in Vaticano ha detto di non sapere cosa ha avuto, invitando i giornalisti a chiederlo ai medici.
Che non si sia trattato di semplici controlli programmati, però, lo lascerebbe pensare il riferimento alla morte che il Papa ha fatto nel suo saluto ai giornalisti che lo attendevano al Gemelli. Infatti, il Pontefice ha citato una persona più anziana di lui che gli disse se una volta "io la morte non l'ho vista, ma l'ho vista venire... E' brutta eh".
Comunicazione
Nel ringraziare i giornalisti, Francesco ha rivelato di aver letto le cronache su di lui in questi giorni ed ha menzionato in particolare Il Messaggero dicendo che "è bello e chiaro, serve per evitare le fantasie". Parole che lasciano suggerire che la ricostruzione più attendibile sulla sua situazione clinica di questi giorni sia quella presentata dalla vaticanista del quotidiano romano, Franca Giansoldati. La giornalista ha scritto che "quando si è presentato in corsia era in forte affanno, con il cuore che fibrillava pericolosamente e con una saturazione d'ossigeno preoccupante" e che i fattori di rischio al momento del suo arrivo fossero alti. Un quadro ben poco rassicurante rispetto a quello fornito dalle comunicazioni ufficiali.
Stakanovista
Giansoldati, inoltre, ha spiegato che è stato il Papa a volere a tutti i costi tornare in Vaticano per poter partecipare alle celebrazioni previste nella Settimana Santa. E questo nonostante i medici abbiano consigliato riposo assoluto per un pieno recupero. Francesco, però, è apparso determinato a dare l'immagine dello stakanovista, che a più di 86 anni non si ferma di fronte ad un ricovero ospedaliero. Lo si è visto anche nelle scarne comunicazioni di questi giorni della Sala Stampa della Santa Sede nella quale si rendeva pubblico che il Papa stava continuando a lavorare anche all'appartamento al decimo piano del Policlinico. Lui stesso, uscendo dall'ospedale, ci ha tenuto a sottolineare che aveva letto i giornali e quindi si era mantenuto attivo anche durante la degenza. Non solo: appena tornato in Vaticano dopo un passaggio alla Basilica di Santa Maria Maggiore, Bergoglio ha voluto subito riprendere l'agenda ed ha incontrato il cardinale Marc Ouellet, prefetto del dicastero per i Vescovi in attività fino al 13 aprile. A ciò si aggiunge la conferma che il Papa presiederà le celebrazioni della Settimana Santa - con un cardinale celebrante all'altare come ormai è abitudine - e che addirittura si recherà ugualmente in Ungheria per il viaggio apostolico previsto per fine aprile. E il giovedì santo andrà al penitenziario minorile di Casal del Marmo per la lavanda dei piedi.
Problemi
L'idea di un Papa instancabile, nel pieno delle sue forze nonostante gli acciacchi e l'età, scoraggia chi all'interno della Chiesa potrebbe pensare alla sua successione. E' un argomento a cui Francesco non è indifferente come ha dimostrato all'indomani dell'operazione al colon, lamentando il fatto che durante la sua degenza ci sarebbero stati incontri tra prelati che lo ritenevano quasi morto. In un'intervista, inoltre, Bergoglio ha riconosciuto che "ogni volta che un Papa è malato c’è sempre una brezza o un uragano di Conclave”. Ridimensionare i rischi corsi alla salute potrebbe scoraggiare i piani di chi pensa già al "dopo".
Francesco sa che la situazione della Chiesa in questo momento non è facile e che sono molti i critici per le decisioni prese nel suo pontificato. C'è la minaccia dello scisma tedesco, coi vescovi determinati a portare avanti l'agenda ultra-progressista emersa dal Cammino Sinodale nonostante i paletti di Roma. Dall'altro lato c'è poi il braccio di ferro sulla liturgia scatenato dalle nuove restrizioni alla cosiddetta messa in latino che hanno provocato anche un appello da parte dei fedeli amanti della tradizione con tanto di manifesti affissi nel vicino quartiere Prati. Lo scandalo abusi continua ad essere un nervo scoperto: questa settimana sono arrivate le polemiche dimissioni del gesuita Hans Zollner dalla pontificia commissione per la tutela dei minori che hanno indispettito il presidente, il cardinale americano Seán Patrick O'Malley.
Su questo fronte c'è, inoltre, l'evoluzione del caso Rupnik che dovrebbe portare a breve al redde rationem. Mentre anche la politica di questo pontificato nei confronti dell'Islam è stata messa nel mirino da una serie di intellettuali europei per la sua presunta arrendevolezza come messo per iscritto in un recente libro di Giulio Meotti (La dolce conquista, Cantagalli) con il contributo molto critico su Francesco da parte dello scrittore francese Richard Millet. C'è, infine, il capitolo del processo penale in Vaticano sull'acquisto e la vendita dell'ormai famoso palazzo londinese e in cui le rivelazioni che stanno emergendo in aula rischiano di creare un ulteriore danno immagine.
La vicinanza della gente in questi giorni di degenza è un capitale che Francesco potrà utilizzare per prepararsi al meglio
nello sciogliere i numerosi nodi che continuano a complicare il governo della Chiesa. Oltre a ciò, un aiuto arriverà dalla preghiera e dalla Settimana Santa che si aprirà oggi con la domenica delle palme.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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