Veltroni si inorgoglisce del programma: «Sfido Spoleto e Venezia a fare altrettanto»

Al suo quarto mandato come assessore, Borgna avverte: «La cultura è bene prezioso, che deve coinvolgere tutti, anche i non addetti ai lavori»

Francesca Scapinelli

Solstizio di giugno, è tempo di Estate Romana e di Notte Bianca o, meglio, di Notti Bianche, visto che la celebre non stop farà il bis l’8 e 9 settembre. La manifestazione estiva, che da trent’anni accompagna i mesi più caldi della Capitale fino a esserne diventata un segno particolare, è introdotta con orgoglio (forse un po’ fuori misura) dal sindaco Walter Veltroni e dall’assessore alla Cultura Gianni Borgna. Veltroni sembra mettere in secondo piano la passione per il cinema, per soffermarsi in particolare sulla musica. «Quello che si apre domani è un evento paragonabile alle grandi istituzioni culturali italiane - esordisce -. In modo simile ai Festival di Spoleto e Venezia, l’Estate Romana è un appuntamento legato alla vita della città e al suo successo turistico. La sua durata, dal 21 giugno a settembre, e la varietà di appuntamenti, la rendono speciale».
E l’importanza del festival romano è subito esemplificata dai nomi dei big che terranno concerti nei vari municipi: «Gilberto Gil, Bob Dylan, Madonna, Gianna Nannini, Subsonica, Black Eyed Peas - elenca Veltroni tutto d’un fiato, e procede fino all’ultimo artista -. Sfido chiunque a fare lo stesso». Forse «chiunque», è l’appunto che qualcuno potrebbe fare, non affronta la stessa spesa del Comune, all’incirca immutata rispetto all'anno scorso (quattro milioni di euro). Lo sforzo del Campidoglio, inoltre, si chiama «innovazione». «Durante la mia settimana di pit-stop - scherza il sindaco, riferendosi al recente ricovero in ospedale - ho notato che Como, Varese e altre realtà organizzano la loro Notte Bianca, a volte tematica. Noi cerchiamo anche di innovare».
Le novità in effetti sono tante, basti pensare agli eventi promossi in collaborazione con l’università La Sapienza. Il 29 giugno, per cominciare, piazza del Popolo ospiterà la Festa per Roma, una serata a ingresso gratuito con ospiti «romani doc» quali Claudio Amendola, Luca Barbarossa, Paolo Bonolis, «er Califfo» (Franco Califano), Niccolò Fabi per citarne solo alcuni. «Un’idea nuova che serve a scoprire le radici e l’identità» commenta Veltroni. Tra gli appuntamenti che danno il via all’estate capitolina, il primo cittadino ricorda poi la europea Festa della Musica oltre agli innumerevoli spettacoli di danza (tra cui Gianni Ippoliti), gli incontri per i bambini e la stagione operistica alle Terme di Caracalla. Dalla musica, infine, alla soddisfazione per i risultati conseguiti nell’ultimo periodo nel turismo (dove si è ottenuto un più 9,5 per cento di presenze) e nell’arte (cifre record di visitatori per la mostra su Antonello Da Messina), per passare agli obiettivi dell’«Autunno Romano», tra cui la Festa del cinema, dal 13 al 21 ottobre e il campionato Nba di pallacanestro, a ottobre. La conclusione di Veltroni è che la parola cultura deve smetterla di far pensare che si tratti di un modo di buttare via i soldi, quello per la cultura è il miglior investimento che si possa fare».
La parola passa a Borgna, che precisa come non fosse opportuno presentare la manifestazione «prima delle elezioni», nonostante «qualcosa sia trapelato». «È uno dei massimi festival estivi a livello mondiale, forse il più grande - inizia l’assessore -. Per questo andrebbe cambiato qualcosa in termini di comunicazione». Borgna esamina il programma anche nei dettagli, soffermandosi sulle rappresentazioni teatrali e di danza (una per tutte: Ottolenghi al Globe Theatre) e sulla musica (il nuovo Festival di jazz). Dell’Estate Romana sottolinea poi il carattere internazionale e «la stabilità» che viene dai «luoghi», dalla Casa del jazz alla Casina di Raffaello a Villa Borghese, «strutture che operano stabilmente sul territorio».

La maratona che parte lì dove il Festival Letterature si conclude («domani sera con Gore Vidal», annuncia) riesce a estendersi «fino al litorale e oltre», coinvolgendo le periferie che di per sé già presentano un fermento culturale, a cominciare dall’attività delle biblioteche.

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