Vendite e affitti vip, ecco tutti i nomi mancanti

Affittopoli non si ferma. Anzi si allarga a macchia d'olio. E dopo gli affitti low cost ecco le svendite del Pio Albergo Trivulzio: leggi i nomi. Il Giornale anticipa anche gli affittuari della Fondazione Policlinico: ecco la lista. C'è pure il Verde Enrico Fedrighini che ha a disposizione due bilocali a San Siro. Per Prosperini tre cespiti a Vernate

Vendite e affitti vip, ecco tutti i nomi mancanti

Milano - Affittopoli non si ferma. Anzi si allarga a macchia d'olio. E dopo gli affitti low cost, al Pio Albergo Trivulzio tocca fare i conti con le svendite degli immobili (leggi la lista completa) e gli affitti stralciati a Policlinico e Redaelli. L’affittopoli milanese che ha investito il Pat negli ultimi giorni oggi vede aprirsi un nuovo capitolo con la consegna a Palazzo Marino da parte del presidente Emilio Trabucchi degli elenchi degli immobili venduti negli utlimi 5 anni e si allarga a Policlinico e Redaelli. Da questa mattina, infatti, sono cosultabili le liste degli affittuari degli stabili di proprietà della Fondazione Policlinico e il Giornale è in grado di anticiparle: leggi la lista completa. Intanto, sia sul sito internet del Policlinico sia su quello dell’azienda di servizi alla persona Golgi-Redaelli, sono pubblicate le liste degli immobili e il canone cui sono ceduti.

Affitti vip Tra gli affittuari risulta anche il consigliere comunale dei Verdi, Enrico Fedrighini, che ha a disposizione due bilocali (divenuti unica abitazione) a San Siro, che si è prontamente difeso: "Ho chiesto oggi stesso agli uffici competenti che gestiscono il patrimonio immobiliare del Policlinico la documentazione relativa alla mia posizione, da cui emerge l’assoluta correttezza del mio contratto che risponde in toto alla valutazione del mercato". Sull’altro fronte, il Redaelli (i cui manager sono attesi in audizione a Palazzo Marino venerdì prossimo) scongiura l’effetto shock provocato da alcuni affitti del Pat (che a 75 euro al mese offriva un appartamento in corso Vittorio Emanuele), pur avendo a disposizione abitazioni di ampia mentratura in via Olmetto e via dei Piatti (entrambe centralissime, a pochi minuti dal Duomo): le case in questione, infatti, sono offerte a canoni che variano dai 13mila annui (per 76mq) ai 50mila euro (per 210 mq), escluse spese. Per quanto riguarda gli uffici (sempre in via Olmetto e via dei Piatti) si va dai circa 5mila euro annui (per 35 mq) ai 70mila per 380 mq, sempre spese escluse.

Raffica di aste deserte Nella lista della quarantina di immobili pubblici venduti ai privati negli ultimi cinque anni dal Pio Albergo Trivulzio si leggono alcuni nomi noti, come quello dell’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, ma soprattutto balza all’occhio la raffica di aste andate deserte che portano alla fine a un ribasso della quotazione rispetto alla valutazione iniziale dell’Agenzia del Territorio. Nell’elenco completo ci sono i nomi dell’avvocato Marcello Di Capua (già presidente dell’associazione Casa Letizia), del direttore generale dell’ospedale San Carlo Antonio Mobilia, del consigliere di amministrazione della fondazione Policlinico Adriano Bandera, di Carla Vites, moglie dell’ex assessore regionale alla Sanità Antonio Simone, ma colpisce che diversi appartamenti non siano stati aggiudicati al primo colpo. Un dato che induce Carmela Rozza, consigliere comumale del Pd, a chiedere che la lista sia integrata a giorni con i dettagli sulla durate delle aste e sulle modalità di pubblicazione delle offerte. Il suo sospetto è che, per fare un favore all’acquirente finale, alcune offerte siano state formalmente pubblicate, ma, di fatto, tenute in sordina. "Mi interessa sapere dove e per quanto tempo sono stati pubblicati i bandi, se ne hanno saputo solo alcuni bene informati o meno. In genere sono solo le aste di beni molto importanti che vanno deserte, visto che le valutazioni dell’Agenzia del Territorio sono molto prudenti", commenta Rozza dopo la pubblicazione della lista da parte del presidente del Consiglio comunale, Manfredi Palmeri. Dopo lo scandalo provocato dalla pubblicazione dell’elenco di inquilini low cost, i vertici del Trivulzio sono sempre più in bilico, ma al di là delle loro responsabilità, ancora da accertare, Palmeri fa notare che bisogna evitare di fare loro dei capri espiatori. "Il problema - osserva - è troppo rilevante per pensare di risolverlo eliminando delle persone. E' dal 2007 che sono state evidenziate criticità su meccanismi e procedure, a questo punto occorre chiarezza a tutti i livelli".

Il caso Prosperini L’ex assessore lombardo Piergianni Prosperini finito in carcere per tangenti alla fine del 2009, con una pena poi patteggiata a 3 anni e cinque mesi è uno degli inquilini dei beni immobiliari del Policlinico di Milano. L’ex esponente del Pdl è titolare di tre cespiti a Vernate, comune a Sud di Milano, che coprono una superficie complessiva di circa 700 metri e il canone risulta zero. Come spiega la nota informativa della Fondazione, l’affitto nullo è previsto in alcuni casi: l’uso istituzionale, la nuda proprietà, la prossima valorizzazione, o se il bene è in attesa di assegnazione per sfratto o tramite gara pubblica. In questo caso, però, come spiegano dallo stesso Policlinico, il canone di affitto assegnato a Prosperini è di 11.512 euro l’anno e non di zero euro. La struttura ospedalier parla di un "errore tecnico" nel produrre la lista.

Gli abusivi L’elenco degli inquilini negli immobili della Fondazione Policlinico a Milano svela anche l’altra faccia della medaglia degli affitti a prezzi di favore: quella dei numerosi immobili lasciati sfitti o agli occupanti abusivi. Centinaia di cespiti sono abbandonati a questo destino e il caso più eclatante si rivela quello dello stabile in viale Montello, alle soglie dello storico quartiere di Chinatown.

Nei 129 cespiti catastali di cui consta l’immobile al civico 6, ben 49 sono vuoti e 39 abitati da inquilini abusivi che non pagano l’affitto. Fatta eccezione per alcune attività commerciali e imprenditoriali, i pochi inquilini italiani che corrispondono un regolare affitto hanno canoni annui che vanno dai 1.000 ai 2.500 euro l’anno.

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