La Verdi diventa maggiorenne. Nel suo diciottesimo anno di vita, lorchestra di largo Mahler afferma e conferma tutta la sua esuberanza nella presentazione di una stagione - 2010/11 - da prima della classe. Ma lo fa senza spocchia nè falsa modestia, in un clima di serena e partecipata consapevolezza, nel foyer del (finalmente) suo Auditorium, che presto diventerà dei milanesi, attraverso una significativa operazione immobiliare e finanziaria di azionariato diffuso, come sottolineato dal presidente Gianni Cervetti e dal direttore generale Luigi Corbani.
Doverosa premessa, prima di affrontare nomi e cifre: la Verdi sta applicando con successo alla cultura musicale e non solo un teorema di difficile dimostrazione: sintonizzarsi sulla lunghezza donda «locale», mantenendo e incrementando una salda presenza sul territorio e, contemporaneamente e coerentemente, perseguire lobiettivo di alimentare il progetto della propria internazionalizzazione. Una strategia molto diffusa tra le omologhe formazioni nordamericane (statunitensi e canadesi) ma semisconosciuta qui da noi in Italia, un Paese che non sa - o non vuole - scrollarsi di dosso la sua giubba della «provinciale». La conferma di tanto impegno arriva dal nuovo programma, complesso e articolato, che si esprime, per dirla con le parole del direttore musicale dellorchestra, la cinese Xiang Zhang, in «a very colourful season (una stagione piena di colore, ndr)». E ora le cifre: dieci mesi di musica, 38 programmi (due in più della stagione corrente); la conferma del ciclo barocco, affidato a Ruben Jais; il nuovo ciclo da camera, il sabato pomeriggio, in collaborazione con Universal Music Group; un inedito ciclo domenicale interamente dedicato al milanese Nino Rota (1911-1979) nel centenario della nascita, affidato a Giuseppe Grazioli con la collaborazione della Fondazione Giorgio Cini; senza tralasciare i progetti Educational e Crescendo in musica per i giovani e alcune chicche intriganti, come la rivisitazione dellopera Pierino e il lupo di Prokofev da parte della Banda Osiris. Veniamo al succo del cartellone: la stagione sinfonica appunto. Apertura il 5 settembre alla Scala, come vuole tradizione, con il maestro Zhang sul podio e un programma «tutto Beethoven» con lesecuzione della Fantasia Corale e della Nona Sinfonia (che tornerà nel periodo natalizio in Auditorium). Poi, snocciolati come carichi da undici sul calendario, le celebrazioni di quattro anniversari pesanti: Gustav Mahler, nel centenario della morte, con lesecuzione di nove delle dieci sinfonie (Ottava compresa, per la cui esecuzione si profila una speciale partnership internazionale), ciascuna preceduta da una conferenza di presentazione e introduzione del programma il giovedì sera; Robert Schumann, nel bicentenario della nascita, con le quattro sinfonie e i tre concerti per strumento solista; per cambiare radicalmente prospettiva e passare ai contemporanei: il già citato Nino Rota, universalmente acclamato per le sue impagabili colonne sonore cinematografiche ma altrettanto semisconosciuto per l«altra» produzione; e Giancarlo Menotti, fondatore del Festival dei Due Mondi di Spoleto, ricordati entrambi a cento anni dalla nascita, oltre a Finzi, Bussotti e Berio. E poi ancora: da Bach, con la Matthäuspassion (Passione secondo Matteo) nel periodo pasquale; lOratorio di Natale (il 6 gennaio 2011) e lOratorio di Pasqua (il 25 aprile 2011), fino a Gershwin, con Porgy and Bess nella versione di Wayne Marshall, e An American in Paris. Linternazionalizzazione, dicevamo, è un altro atout dellorchestra, come attesta la fresca aggiudicazione di un Grammy Awards a Los Angeles, gli Oscar della musica. Si riconferma così la collaborazione con i solisti e il coro della Yale Opera, nella esecuzione dellopera di Leonard Bernstein Wonderful Town, senza contare la nutrita presenza di direttori ospiti stranieri. Non è tutto. Lorchestra pateciperà alla prossima edizione del Festival di Spoleto come «residente», e sarà ospite del Festival di Dubrovnik, in Croazia, in agosto. Si profila inoltre un gradito (e probabilmente atteso) ritorno: quello di Riccardo Chailly (previsto per il 2012).
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