Se il whisky si traveste da gelato

L'idea di Bill Lumsden, il geniale master blender della distilleria delle Highlands, è semplice: distanziarsi dall'idea del single malt come prodotto difficile, altezzoso, serio

Se il whisky si traveste da gelato
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Tu chiamali se vuoi, whisky gender fluid. Che parlando di un distillato, forse definirlo fluido è pleonastico. Ma insomma, ci siamo capiti, sono whisky che si identificano con altre cose. E se ancora non fosse chiaro, intendiamo il nuovo trend di whisky che nel nome portano le note di degustazione. Sono sempre di più e sempre più fantasiosi.

In principio furono gli imbottigliamenti della Scotch Malt Whisky Society, un club di Leith, periferia di Edimburgo, che dal 1983 seleziona barili senza esplicitare la distilleria, ma chiamandoli per esempio «Wasabi su un California roll», «Torta di mele francese con panna», o «Wafer rosa in un negozio di cappelli da signora». Follia? Forse, ma rendevano l'idea di cosa sapesse il whisky ancor prima di aprire la bottiglia.

In quest'ottica, oggi ci sono due maestri: da un lato Macallan, con le bottiglie della serie Harmony «Rich cacao» e «Intense Arabica», pensate per esaltare rispettivamente le note gustative di cioccolato e caffè; dall'altro, c'è Glenmorangie con la serie a «A tale of», giunta quest'anno alla quinta release.

Ecco, l'idea di Bill Lumsden, il geniale master blender della distilleria delle Highlands, è semplice: distanziarsi dall'idea del single malt come prodotto difficile, altezzoso, serio, e andare invece in direzione ostinata, pop e contraria. Con bottiglie che siano racconti (questo significa tale) di esperienze sensoriali. Tutto iniziò nel 2020, con «A tale of cake», dove il whisky veniva invecchiato in botti di vino liquoroso Tokaij ungherese; poi sono arrivati «A tale of Winter», con botti di marsala e note natalizie, a «A tale of Forest» e «A tale of Tokyo».

In questi giorni arriva invece in Italia «A tale of ice cream», che nell'idea del team di Glenmorangie vuole riprodurre la cremosa dolcezza del gelato. Per farlo, sono state usate botti di rovere americano vergini, che danno note fresche di vaniglia, sorbetto al limone, cocco e caramello. Combinate con la delicata sensazione di brioche del malto, davvero stuzzicano la fantasia in tal senso.

Poi, certo, è pur sempre un whisky, e dunque va bene la burrosità e la dolcezza, ma non mancano speziatura forte e una certa maschia gradazione alcolica. Esercizi di stile, per volare con la creatività restando coi piedi nel bicchiere.

Glenmorangie «A tale of Ice cream», 46%, 90 euro

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