I punti chiave
Tratta dal libro omonimo dello scrittore Andrea Camilleri, la saga de "Il Commissario Montalbano" è una delle più amate tra gli appassionati del genere poliziesco. Non solo per le avventure dell’impavido commissario di polizia Salvo Moltabano, interpretato nella serie del regista Alberto Sironi dall’attore Luca Zingaretti, ma anche per la bellezza dei luoghi in cui sono ambientati alcuni episodi. A partire dalla cittadina immaginaria di Vigàta, che nella realtà corrisponde in parte a Porto Empedocle, la località dove nacque l’autore del romanzo, fino al Castello di Donnafugata, dimora del mafioso Balduccio Sinagra.
Porto Empedocle
Affacciata sullo splendido mare agrigentino, Porto Empedocle - Vigàta, nella versione fittizia del romanzo e della serie tv - è nota in tutto il mondo per aver dato i natali a due scrittori di eccellenza della letteratura italiana: Luigi Pirandello (1867-1936) e Andrea Camilleri (1925-2019).
Seppur piccolissima, la cittadina è un vero e proprio scrigno di tesori. Nata come borgo marinaro, in tempi antichissimi, fu terra di filosofi e poeti erranti. Non a caso, nel 1863, fu ribattezzata in onore del "padre della retorica", il filosofo agrigentino Empedocle (V secolo a.C.).
Nella seconda metà dell’Ottocento, Porto Empedocle diventò l’emporio principale per l’esportazione del zolfo, fonte preziosa di reddito per gli abitanti del posto. Nonostante la presenza cospicua di raffinerie e fabbriche di prodotti enogastronomici, il centro abitato ha conservato tutta la bellezza del suo carattere originario.
Oltre alle splendide spiagge, si possono ammirare la Torre di Carlo V, edificata sotto la dinastia di Carlo V di Borbone, la Chiesa Madre, la stazione-museo di via Lincoln e il teatro Empedocle.
Scicli
Un altro luogo ricorrente nella serie de "Il commissario Montalbano" è Scicli, dove ha sede il commissariato diretto dall’integerrimo poliziotto vigàtese. Distante circa 24 chilometri da Ragusa, la cittadina ha origini antichissime. Pare, addirittura, risalenti alla Protostoria. Terra dei Normanni fino al 1194, anno in cui Enrico VI di Svevia salì al trono di Sicilia, nel corso dei secoli fu dominata sia dalla dinastia dei D’Angiò che degli Aragonesi. Scicli fu tra le città che parteciparono ai cosiddetti Vespri siciliani (5 aprile 1282), la storica insurrezione siciliana contro i dominatori francesi (gli Angiò).
Dal punto di vista paesaggistico, la splendida cittadina ragusana non teme rivali. Il territorio si estende dal mare fino alle propaggini meridionali dei Monti Iblei. Ai rilievi calcarei, caratteristici del luogo, si alterna una fitta vegetazione di macchia mediterranea (nella parte interna della località) con filari di ulivi, mandorle e carrubi.
Quanto al patrimonio artistico, Scicli ne ha davvero da vendere. Basti pensare che nel 2002 il centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Unesco. Oltre alle numerose testimonianze architettoniche dell’epoca tardo-barocca, non mancano i palazzi nobiliari eretti dopo il terremoto del 1693. Tra i maggiori luoghi d’interesse segnaliamo l’antica farmacia Cartia, Palazzo Bonelli-Patanè, Palazzo Beneventano, la chiesa di San Matteo e quella di San Giuseppe che custodisce la statua di Sant’Agrippina, attribuita all’artista e scultore Gabriele di Battista (XV secolo).
Il Castello di Donnafugata
Agli appassionati del commissario Montalbano non sarà di certo sfuggito il sontuoso Castello di Donnafugata, nella fiction dimora del mafioso Balduccio Sinagra. L’antico maniero ibleo, che secondo alcuni storici risale ai tempi dei Saraceni e degli arabi, dista 15 chilometri da Ragusa, in cima a una collina immersa nella macchia mediterranea.
La leggenda narra che il nome della fortezza derivi da una "donna in fuga", ovvero la Regina Bianca di Navarra che, dopo la dipartita del marito re Martino I d’Aragona, convolò a nozze con il conte Bernardo Cabrera di Modica. Mosso dalla gelosia, costui l’avrebbe rinchiusa nelle segrete del castello da cui poi la donna, con l’aiuto di alcuni inservienti, riuscì a scappare. Fonti storiche, invece, ritengono che il termine Donnafugata sia una traduzione dialettale della parola araba ‘Any al-Sihat, ossia, "fonte della salute" per via delle sorgenti di acqua pura presenti nei pressi della struttura.
Tra le stanze da visitare all’interno del castello ci sono: la Pinacoteca, la Sala Biliardo, la Sala della Musica, quella degli Specchi e degli Stemmi.
Ragusa Ibla
Un’altra località ricorrente sul set de Il commissario Montalbano è Ragusa Ibla, dove sovente l’impavido poliziotto si intrattiene a pranzo nella sua trattoria preferita, da “Don Calogero”. Situata sulle alture dei Monti Iblei, il borgo risale al IX secolo a.C anche se conobbe il periodo di massimo splendore in epoca bizantina. Non a caso, ci sono tantissime testimonianze storico-architettoniche risalenti a quel periodo.
Oltre al paesaggio, contrassegnato da chilometri di natura incontaminata, Ragusa Ibla è nota per la scalinata di oltre 300 gradini che conduce alla chiesa di Santa Maria delle Scale da cui è possibile ammirare un panorama a dir poco mozzafiato.
La piazza principale del borgo ospita il bellissimo Duomo di San Giorgio, la chiesa che nella fantasia di Camilleri è al centro della cittadina immaginaria di Vigata.
Tra gli altri monumenti degni di nota ci sono palazzo della Cancelleria, la chiesa dell’Itria, Palazzo Cosentini e la magnifica Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, una delle poche ad essere sopravvissuta quasi intonsa al terremoto del 1963.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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