Vigili arrestano un pusher clandestino, era già stato fermato 16 volte

Gli agenti dopo un pedinamento in borghese hanno sorpreso in flagranza di reato lo spacciatore, un marocchino di 34 anni. In casa teneva la droga nascosta vicino al water. De Corato: «Battaglia monca però se la magistratura libera subito i clandestini»

Era già stato espulso e fermato sedici volte. Un pusher clandestino e «recidivo» è stato arrestato questa mattina dai vigili di Milano dopo un pedinamento in borghese. Lo spacciatore è un marocchino di 34 anni, sorpreso dagli agenti in flagranza di reato mentre vendeva hashish nel cortile di una palazzina in via Varesine. L'uomo ha inizialmente tentato la fuga gettando a terra un panetto di droga di circa 90 grammi, ma è stato fermato. Nel corso di una perquisizione nel suo alloggio, i vigili hanno trovato altri 53 grammi di sostanza stupefacente che teneva nascosta nel bagno, in un mobiletto accanto al water. Dal 1998 l'extracomunitario era già stato fermato sedici volte, dieci per identificazioni e sei per vari reati, tra cui rissa aggravata, furto e tentato furto aggravato. A suo carico aveva anche due ordini di espulsione, mai rispettati, emessi dalla questura di Milano.
Da mesi, riferisce il vicesindaco Riccardo De Corato, «i vigili tenevano controllata quella zona, dove mi era stata segnalata una forte attività di spaccio. Si tratta del 205esimo clandestino denunciato o arrestato dalla Polizia Locale a partire dall'otto agosto, da quando cioè è stato introdotto il reato di clandestinità. Numeri che dimostrano come la polizia Locale e questa amministrazione stiano attuando una lotta serrata all'immigrazione irregolare, responsabile a Milano e al Nord di otto reati su dieci».

Eppure, sottolinea De Corato, «questi soggetti che hanno alle spalle rapine, furti, spaccio, violenze, gironzolano tranquillamente a Milano infischiandosene dei provvedimenti della questura quando dovrebbero trovarsi altrove, in galera o espulsi. Il che dimostra che se i giudici non danno corso agli arresti rimettendo subito in libertà i clandestini fermati la battaglia risulta monca».

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