Il vino subacqueo va a ruba già prima di riemerge dagli abissi

Tredici mesi di «culla» a Cala degli Inglesi, nella Riserva Marina di Portofino, il vetro incrostato di sedimenti e il nerbo del buon vino ligure Bisson di Pierluigi Lugano, maestro d'arte e sommelier, che «spuma» spettacoloso in mezzo al mare. È il vino Abissi recuperato ieri a 70 metri di profondità grazie a rimorchiatore Messico, con giallo. Perché una delle dodici gabbie in cui sono custodite le bottiglie per la «spumantizzazione subacquea», inventata da Lugano, è stata individuata a centocinquanta metri dal luogo di deposizione: «Hanno tentato di portarla via - conferma Lugano - ma pesa una tonnellata e l'hanno abbandonata di traverso. Sono comunque riusciti a sottrarre una quarantina di pezzi, roba da sub professionisti». Parentesi, ma l'operazione è riuscita alla grande. Un'attesa lunghissima nella bonaccia; poi il rimorchiatore centra le coordinate e individua col robottino la gabbia più lontana. Un sommozzatore scende per l'aggancio e la gru entra in azione. La cassa emerge dalle acque intorno alle 14: è lo scrigno del tesoro di Lugano che ha il respiro fermo mentre «coltiva» in mare il suo sogno di vino. Lui ebbro di salmastro a crescere le tenute di Riva Trigoso e Campegli, «sono là e mi sembra di tradire il mare». Ma ieri c'era, con il suo peschereccio Eleda, con i suoi amici, con quelli che hanno creduto in quella archeologica follia che viene da anfore e vasi di perduti vascelli che a distanza di secoli hanno conservato vino olio. In mezzo al mare che gli cullato il suo vino rigorosamente autoctono. Acchiappa la prima bottiglia, la bacia, scalza il tappo, innaffia e beve. Un sorso lungo e la soddisfazione distillata nei mesi: l'esperimento unico e primo in Italia è riuscito. Un vino prodotto con metodo champenoise, 13 mesi d'immersione a 15 gradi e in penombra: «La contropressione interna ed esterna - spiega Lugano - è di 7 atmosfere, un bilanciamento che dovrebbe favorire l'amalgamarsi delle bollicine e la sottigliezza del perlage». Seimilacinquecento bottiglie a Cala degli Inglesi, «vicina alla costa, ma con profondità ideale», dal 22 maggio 2009 che tornano per la «sboccatura» e il confronto con le omologhe spumantizzate in cantina: «Saranno in commercio a Natale - annuncia Lugano - a 35-40 euro». Con un'eco mediatica che gli ha portato già richieste da Giappone e Stati Uniti.

E soprattutto la magnifica sintesi tra prodotto e territorio: «Un ritorno d'immagine eccezionale per l'Area Protetta - conferma il presidente Vito Gedda - Abbiamo subito accolto l'idea e accelerato l'iter». Rischi di plagio? «Ne dubito - stoppa Lugano - Solo per la macchina organizzativa non so in quanti tenterebbero l'impresa». Restano le bollicine venute dal mare a giocarsi nuove sfide.

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