Violenze e stupri si potevano evitare

Le violenze della cosiddetta banda dell’Arancia meccanica, che hanno seminato il terrore per settimane nel quartiere di Tor Vergata, potevano essere evitate. Sarebbe bastato che la giustizia avesse fatto il suo corso fino in fondo. È questa la novità emersa in seguito a normali ricerche d’archivio subito dopo la brillante operazione di polizia condotta l’altro ieri dalla squadra mobile diretta da Vittorio Rizzi che ha portato all’arresto dei tre malviventi. Tre stupri, almeno quattro rapine e un sequestro di persona, sono le accuse di cui dovranno rispondere i tre romeni. Manca all’appello un solo complice, attivamente ricercato dalle forze dell’ordine, accusato anche lui di aver preso parte alle rapine ai danni delle tre coppie e di aver stuprato la donna che era in macchina con il fidanzato.
A Tor Vergata, con i delinquenti finiti dietro le sbarre, ora tirano tutti un sospiro di sollievo. Il problema sicurezza è risolto? Forse non del tutto. Perché dalle ricerche d’archivio emerge di nuovo un quadro sconcertante legato all’ennesimo caso di malagiustizia e di scarcerazioni facili. Insomma, le rapine e gli stupri si potevano evitare se la giustizia avesse funzionato. Infatti, il capo-branco Marin Ceasu Romica e i suoi due complici Georgean Ungureanu Codrut e Costantin Vasile, erano stati già arrestati a Roma per un fatto raccapricciante che fece commuovere l’Italia intera, e scarcerati per scadenza termini i primi giorni dello scorso mese di agosto.
Il 13 febbraio i tre, assieme ad altri sei connazionali, tra cui quattro donne, erano stati arrestati dagli agenti del commissariato Cristoforo Colombo dopo che per mesi avevano tenuto legata con il filo spinato una romena di 31 anni al sesto mese di gravidanza, di nome Antoneta Scarlat, in un albergo della stazione Termini, poco distante dall’hotel dove anche questa volta dimoravano però con l’obbligo di firma due volte al giorno al commissariato Viminale. La ragazza riuscì a liberarsi e si rifugiò in un palazzo di piazza dei Navigatori, dove un inquilino chiamò la polizia per soccorrere la malcapitata. La donna denunciò i suoi aguzzini riferendo di essere stata ripetutamente violentata a turno da loro, come confermato dal referto medico.

In quell’occasione il sindaco Veltroni prese la palla al balzo per promuovere il progetto Roxanne (per il recupero delle prostitute) e chiedere la punizione esemplare dei responsabili. Abbiamo visto, invece, com’è andata.

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