Volkswagen riscopre il Maggiolino e torna alle sue origini

BerlinoAll’inizio non le diedero neppure un nome. Fu semplicemente la Volkswagen, cioè «l’auto del popolo» voluta da Adolf Hitler e concepita da Ferdinand Porsche. Inconfondibile, con quella silhouette a tutto tondo, ispirava simpatia al primo sguardo. E col passare degli anni acquisì la fama di vettura robusta e affidabile come poche. Risultato: 21,5 milioni di unità vendute ovunque nel mondo. E tanti nomignoli con cui la gente la battezzò. Fu il Maggiolino, da noi. E Maggiolino, stavolta ufficialmente, sarà il nuovo modello in arrivo a novembre nelle concessionarie Volkswagen. In mezzo c’è stato il New Beetle, un giocattolo costoso e poco rispettoso dell’originale, bocciato senza appello dal mercato. La terza serie ristabilisce l’originario equilibrio dello stile e delle proporzioni e da lì riparte per fare il pieno di sportività e tecnologia.
Il tetto, sempre ad arco ma lievemente appiattito nella parte centrale, è l’elemento che più esplicitamente richiama il modello che ha fatto epoca. Ma non c’è nulla di rétro nelle linee tracciate dai designer sotto la direzione di Walter de’ Silva. Cofano lungo, e parabrezza arretrato rimettono semplicemente le cose al loro posto. E i centimetri guadagnati in lunghezza e larghezza rispetto al modello precedente vanno a beneficio dell’abitabilità e del vano di carico: ora lo spazio è adeguato per 4 adulti e l’ampio portellone dà accesso a un vero baule, con un volume di carico salito da 209 a 310 litri.
Guidatore e passeggero anteriore si trovano di fronte a una plancia meno invasiva, più funzionale (con la ricomparsa, tra l’altro, del cassetto portaoggetti sul lato destro) ed ergonomica nella distribuzione dei comandi. La qualità di alcuni materiali di rivestimento non convince del tutto, mentre risulta ineccepibile la cura nell’assemblaggio. La gamma sarà articolata esclusivamente su motori 4 cilindri sovralimentati e a iniezione diretta, tre a benzina e due Diesel, che promettono un forte contenimento dei consumi e nel caso dei più potenti anche prestazioni notevoli. Al debutto, però, saranno disponibili solo il 1.2 Tsi da 105 cv con cambio manuale a 6 marce e il 2.0 Tsi da 200 cv associato all’automatico a 6 rapporti e doppia frizione Dsg, mentre in un secondo momento saranno introdotte le versioni 1.4 Tsi da 160 cv e quelle a gasolio (1.6 Tdi da 105 cv e 2.0 Tdi da 140 cv) con entrambi i tipi di trasmissione.
Senza estrarre la chiave, si può salire a bordo toccando semplicemente una delle maniglie delle porte anteriori e avviare il motore premendo il tasto start/stop: una grande comodità, solo opzionale però. È standard, invece, l’ottimo sterzo elettromeccanico, che mette il conducente a proprio agio fin dalle prime manovre. Con l’unità di due litri Tsi da 200 cavalli sotto il cofano, poi, il divertimento nella guida sui percorsi misti è assicurato. Il motore risponde subito al pedale del gas e già a 1.800 giri mette a disposizione i 280 Nm di coppia massima, mentre il cambio Dsg conferma le riconosciute doti di dolcezza e rapidità nei passaggi di marcia.


I due livelli di allestimento, Design e Sport, comprendono già nella dotazione di serie quasi tutto ciò che serve. Il listino parte dai 19.700 euro della versione 1.2 Tsi Design e balza ai 28.050 euro richiesti per la 2.0 Tsi Dsg Sport.

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