Egregio direttore,
sono un vecchio avvocato ed un assiduo lettore del Giornale.
Le voglio manifestare la mia perplessità in prossimità del referendum costituzionale. Ero e sono un accanito sostenitore del No. Però, da quando un celebre parassita di Stato ha dichiarato che vuole mandare a casa Renzi, perché così avanza la sinistra, non sono più sereno. Mi dà fastidio sapere che votando No voterei come quel grosso parassita di Stato. Sono tentato, per la prima volta nella mia vita, a non andare a votare. Gradirei un Suo autorevole parere. Con stima
Avv. Bruno Napolitano Bruscino
Nola (Napoli)
Caro avvocato, capisco le sue perplessità e i suoi dubbi ma escludo che un uomo della sua esperienza possa cadere nel tranello di un «celebre parassita di Stato». Ne hanno dette e ne diranno tante: se vince il «no» crolla l'economia, se vince il «no» sarà il caos politico, se vince il «no» tornano i comunisti, se vince il «no» ci sarà l'invasione delle cavallette. Secondo me, se vince il «no» succede semplicemente che avranno perso il «sì» e Matteo Renzi. È già successo nel 2006 sulla stessa riforma allora proposta da Silvio Berlusconi. Ci furono morti, rivolte, tragedie? Non mi pare, anzi no. È che Renzi ne fa una questione personale di vita o di morte (tranquilli, conoscendolo sceglierà sicuramente di vivere anche in caso di sconfitta) e a sua volta la sinistra usa il referendum per regolare conti interni.
È vero che votando «no» si troverà in cattive compagnie, ma non è che votando «sì» migliorerebbero. E non andando a votare farebbe solo un regalo al peggio di entrambi gli schieramenti. Noi del Giornale si va a votare sempre, a volte turandosi il naso ma si va. Un caro saluto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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