Bruxelles - Il Ppe si conferma il gruppo più numeroso nel nuovo Europarlamento, mentre i socialisti segnano il passo penalizzati dai risultati negativi dei più grandi Paesi europei. È quanto evidenziano i risultati delle elezioni europee contrassegnate da un alto astensionismo: solo poco più del 43% degli elettori è andato a votare.
Ripartizione dei seggi Il gruppo del Partito popolare europeo ha ottenuto 263 seggi, sui 736 complessivi dell’Europarlamento. Si tratta del 35,7% dei voti, poco meno del 36,7% della precedente legislatura. È quanto indicano le nuove stime aggiornate diffuse dall’Assemblea Ue. A dare il maggiore contributo alla formazione popolare, la componente tedesca, 42 seggi, e di quella italiana, 34. A seguire, tra gli altri, i francesi con 29 scranni e i polacchi, 28. Complessivamente all’Italia spettano 72 seggi a Strasburgo, così ripartiti: 29 al Pdl, 5 all’Udc, 22 al Pd, 9 alla Lega, 7 all’Italia dei Valori. Il gruppo del Pse ha ottenuto 161 seggi, 21,9%, in calo rispetto al 27,6% dell’ultimo quinquennio. Lieve discesa per i liberaldemocratici dell’Alde: all’10,9%, 80 deputati, contro il 12,7% del precedente mandato. Guadagnano terreno invece i Verdi con il 7,1% dei voti, 52 seggi, rispetto al 5,5% della scorsa legislatura. Il gruppo di Destra, Uen, si è fermato al 4,8%, 35 parlamentari, contro il 5,6% di cinque anni fa; la Sinistra Unitaria invece al 4,5%, 33 seggi, contro il 5,2%. I nazionalisti ed euroscettici dell’Ind-Dem hanno raggiunto il 2,6%, 19 seggi, contro il 2,8% del precedente mandato. Non iscritti e altri, tra cui i 22 eurodeputati del Pd, sono al 12,6%, 93 deputati in tutto.
Crolla la sinistra Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Portogallo... Per la sinistra le Europee che si sono chiuse ieri sera rappresenta una preoccupante debacle che dovrà far riflettere i vari leader in giro per l’Europa. Il primo dato complessivo è dato dalla conferma dei Popolari come prima forza nel Parlamento Europeo: le proiezioni della notte danno al Ppe 267 seggi, mentre i socialisti si fermano a 159 seggi. Se anche si aggiungessero i 23 seggi del Pd (per collocati tra gli 88 "altri"), si arriverebbe comunque a 182 seggi, ben lontani dai popolari.
Schulz: molto deluso Il capogruppo uscente del Pse all'europarlamento ha ammesso di essere "molto deluso". Ma è guardando in giro per l’Europa che si vede una performance tutt’altro che brillante per i socialisti, che possono consolarsi praticamente solo con gli scandinavi (sono arrivati primi in Danimarca e Svezia, che hanno governi di centro-destra), con la Grecia, anche questa governata dal centro-destra, o la Slovacchia dove vince la sinistra del premier Robert Fico.
Gb, umiliato Gordon Brown Sonora sconfitta per il partito laburista: il 15,3% delle preferenze, mai così male dal secondo dopoguerra. Vincono dunque i Conservatori di David Cameron con il 28,6% dei voti. Gli euroscettici dello UKip si classificano invece secondi con il 17,4%. Il British Nationalist Party, il partito d’estrema destra di matrice xenofoba, per la prima volta si aggiudica seggi - due - all’europarlamento grazie al 6,5% di preferenze. Un giorno "molto triste" per la politica britannica hanno sentenziato, sia i laburisti che i conservatori. "Il Bnp - ha detto Andy Burnham, neo segretario alla Sanità - rappresenta il voto di protesta per eccellenza: è come fare il dito medio all’establishment". Ma Nick Giffin, segretario del Bnp, gongola. "Sarà un grande cambiamento nella politica britannica", ha dichiarato. Il Labour è quindi il terzo partito in Gran Bretagna.
Zapatero castigato Il Partido Popular (opposizione) di Mariano Rajoy ha nettamente vinto le elezioni europee in Spagna con il 42,23%. A seguire il Psoe del premier Josè Luis Zapatero con il 38,51%. Il Pp ha ottenuto 23 dei 50 seggi spagnoli a Strasburgo, il Psoe 21. L’affluenza alle urne è stata del 46%. Altre 4 liste saranno rappresentante nel parlamento europeo: le coalizioni Ceu, Izquierda Unida e verdi, Edp e l’Upyd di Rosa Diez.Il governo Zapatero è da due mesi senza maggioranza in parlamento, e senza soluzioni di ricambio almeno per il momento, dopo che ha perso l'appoggio dei nazionalisti moderati del Pnv. E il segretario del Pp ha chiesto che, dopo il voto, chieda la fiducia al parlamento. Non è esluso che il Pp presnti una mozione di censura al governo.
Francia, bene l'Ump, crollano i socialisti Il partito conservatore Ump del presidente Nicolas Sarkozy ha vinto le elezioni europee in un voto segnato dall’exploit del partito ecologista di Daniel Cohn Bendit. Secondo i risultati definitivi, l’Ump ha ricevuto il 27,87% (29 eurodeputati), seguito dai socialisti crollati al 16,64%. Terzo partito è la formazione Europe Ecologie di Cohn Bendit, con il 16,64%, che avrà lo stesso numero di eurodeputati dei socialisti (14). Oltre ai socialisti di Martine Aubry, il grande sconfitto del voto in Francia è stato il partito centrista Modem di Francois Bayrou, che ha ottenuto l’8,45%. Il risultato potrebbe mettere fine alle ambizioni di Bayrou di correre nuovamente per le presidenziali nel 2012. Il Fronte nazionale di estrema destra di Jean Marie Le Pen ha ottenuto il 6,34%, mentre il Fronte della Sinistra si è aggiudicato il 6%.
Germania I conservatori di Angela Merkel rimangono il partito più forte di Germania, nonostante un calo nelle votazioni, sostanzialmente assicurando alla cancelliere la garanzia di mantenere il suo ruolo nelle elezioni federali di settembre. Grande vincitore di queste elezioni è stato il Partito Liberale Democratico (Fdp), una vittoria che ripropone l’idea di un’alleanza con l’Unione Cristiano Democratica dopo le elezioni autunnali. Il consenso per i Socialdemocratici, che condividono il potere, all’interno della Grande Coalizione, con i conservatori della Merkel dal 2005, hanno subito un record negativo, segnando, probabilmente, la fine delle ambizioni da cancelliere del ministro degli Esteri Walter Steinmeier.
Irlanda Il Fianna Fail, coalizione del primo ministro Brian Cowen, potrebbe perdere le elezioni contro l’opposizione euroscettica, in quello che potrebbe essere l’ultimo schiaffo elettorale per un partito che è alle prese con la peggiore situazione economica dell’Europa occidentale. Cowen ha manifestato l’intenzione di andare avanti, ma un sondaggio d’opinione mostra che il 55% degli elettori vorrebbe le elezioni politiche quest’anno, invece che aspettare il 2012.
Una piccola consolazione per Cowen è rappresentata dalle scarse possibilità che Declan Ganley, leader dell’opposizione che è contraria al trattato di Lisbona, ottenga un seggio. I sondaggi di opinione mostrano che la maggioranza degli irlandesi voterà a favore del Trattato di riforma, vedendo nell’Europa un’ancora di salvezza in un momento economicamente difficile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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