Il caso del mostro di Loch Ness si avvia verso la definitiva risoluzione. Sembra infatti che, dopo decenni di avvistamenti e congetture, un team di scienziati sia vicino alla verità sull'esistenza e sull'identità di Nessie. La squadra di scienziati di varie nazionalità, guidata dal professor Neil Gemmell dell'Università di Otago, in Nuova Zelanda, ha prelevato e campionato il DNA ambientale delle acque del lago. Sono stati identificati piccoli resti genetici ed è stato stilato un elenco di tutte le forme di vita che popolano le acque di Loch Ness.
La ricerca è stata lanciata nel giugno scorso e in questi mesi sono stati prelevati 250 campioni d'acqua per tutta la lunghezza, l'ampiezza e la profondità del lago. Successivamente è stato estratto e sequenziato il DNA e sono stati analizzati 500 milioni di sequenze, confrontandoli con i database esistenti. Il prof. Gemmell ha dichiarato: "Ci sono stati più di un migliaio di avvistamenti segnalati di qualcosa a Loch Ness che hanno guidato questa idea di un mostro che si trova nell'acqua. Di questi avvistamenti ci sono circa quattro spiegazioni principali. La nostra ricerca essenzialmente sconta la maggior parte di queste teorie, tuttavia una teoria rimane plausibile."
Questa teoria dice che il mostro di Loch Ness potrebbe essere un'anguilla gigante. Lo spiega proprio il professore: "Esiste una quantità molto significativa di DNA di anguille. Le anguille sono molto abbondanti a Loch Ness. I nostri dati non rivelano le loro dimensioni, ma la grande quantità del materiale dice che non possiamo scartare la possibilità che potrebbero esservi anguille giganti a Loch Ness". Solitamente le creature che si muovono lungo il lago, lasciano frammenti di DNA attraverso la loro pelle, le squame, le piume, la pelliccia, le feci e l'urina; tutto ciò può servire a poter identificare la creatura. Gli scienziati hanno percorso tutto il lago a bordo della nave "Deepscan", che prende il nome dall'operazione di ecoscandaglio del lago nel 1987. Durante la navigazione sono stati presi campioni d'acqua da tre diverse profondità.
La catalogazione delle forme di vita ha permesso agli scienziati di testare alcune teorie sull'esistenza del mostro di Loch Ness, come quelle che lo identificano in un rettile preistorico o un grosso pesce. La rivelazione e pubblicazione dei risultati è stata ritardata per lo sviluppo di un documentario sull'opera. Infine, a tal proposito, sempre il prof.
Gemmell ha detto: "Penso che un documentario televisivo sarebbe stato un modo meraviglioso per documentare la ricerca e ciò che abbiamo trovato e metterlo nel contesto di altri studi su Loch Ness. È stato qualcosa su cui ho lavorato piuttosto duramente."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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