Non solo DeepSeek: ecco le altre app cinesi che spaventano gli Usa

Chi pensa che il gioiellino creato da Liang Wenfeng sia l'unico player nel campo dell'intelligenza artificiale (IA) attivo all'ombra della Città Proibita, è fuori strada. Ecco i "cugini" di DeepSeek

Non solo DeepSeek: ecco le altre app cinesi che spaventano gli Usa
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DeepSeek è soltanto la punta dell'iceberg. Un iceberg enorme, mastodontico, impressionante che ha preso forma, nel corso di svariati anni, grazie alla minuziosa agenda tecnologica seguita dalla Cina. Chi pensa che il gioiellino creato da Liang Wenfeng sia l'unico player nel campo dell'intelligenza artificiale (IA) attivo all'ombra della Città Proibita, è fuori strada. Il motivo è semplice: Pechino può contare su molteplici attori desiderosi di affermarsi in patria, superare i confini nazionali e affermarsi su scala più o meno planetaria. Da questo punto di vista, possiamo affermare che la balenottera blu di DeepSeek è semplicemente il risultato della solidissima industria cinese dell'IA.

I campioni cinesi dell'IA

Da quando, alla fine del 2022, ChatGPT di OpenAI ha scatenato una vera e propria frenesia globale per l'intelligenza artificiale generativa, il settore tecnologico cinese è stato travolto da una corsa all'investimento incentrata sulla potenza di calcolo e sui modelli all'avanguardia. Nessuno - o comunque pochissimi addetti ai lavori - ha fatto caso a quanti attori dell'IA siano spuntati in Cina nel corso degli ultimi due anni.

Un esempio su tutti? Zhipu AI, una delle prime start-up di intelligenza artificiale generativa del Paese, fondata cinque anni fa, è ora valutata oltre 20 miliardi di yuan (circa 2,7 miliardi di dollari) ed è sostenuta da una vasta gamma di investitori. Secondo quanto riportato da Caixin, l'azienda conta quasi 1.000 dipendenti, ha 25 milioni di utenti per la sua app chatbot, ChatGLM, e può contare su un fatturato annuo superiore ai 10 milioni di yuan. Il CEO Zhang Peng ha le idee chiare: Zhipu AI deve migliorare per diventare la versione cinese di OpenAI.

Di recente, ha spiegato il South China Morning Post, ByteDance, la società madre di TikTok, ha lanciato una versione aggiornata dell'app di IA Doubao: il modello multimodale closed-source Doubao 1.5 Pro. "Ha adottato un design integrato di addestramento-inferenza fin dalla fase di pre-addestramento per bilanciare le migliori prestazioni e il costo di inferenza più ottimale", ha fatto sapere ByteDance in una nota, aggiungendo di aver progettato un cluster di server con supporto flessibile per chip di fascia bassa per ridurre i costi dell'infrastruttura di intelligenza artificiale.

Le ragioni del successo: cosa succede in Cina

Abbiamo poi DeepSeek che ha sbalordito la comunità tecnologica globale con il suo modello V3, addestrato utilizzando significativamente meno risorse rispetto a Llama 3.1 di Meta Platforms, pur offrendo prestazioni comparabili. Troviamo MiniMax, fondata da veterani dello sviluppatore di tecnologia AI SenseTime, che ha lanciato la piattaforma AI cinese Glow nel 2022.

Baidu, meglio conosciuta per il suo motore di ricerca e il chatbot Ernie, ha dichiarato che la sua piattaforma Wenku generativa integrata con AI per la creazione rapida di PowerPoint e altri documenti ha raggiunto 40 milioni di utenti paganti, con un fatturato in aumento del 60% su base annua. E la lista potrebbe continuare ancora...

Insomma, le grandi aziende tecnologiche cinesi si stanno sforzando per raggiungere le loro controparti statunitensi, pur dovendo affrontare vincoli di bilancio e un accesso limitato a chip avanzati.

Paradossalmente, anziché frenarle, questi ostacoli le hanno spinte a rendere sempre più efficaci i rispettivi modelli di intelligenza artificiale, nonché a perfezionare i loro prodotti all'interno del mercato nazionale. Per tentare, un giorno, la scalata anche in campo internazionale.

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