Sana'a - Gli ulema (teologi islamici) dello Yemen hanno autorizzato la jihad in caso di intervento militare straniero nel Paese arabo per combattere contro al Qaida e le cellule dell’organizzazione terroristica presenti in diverse province. Lo afferma un comunicato degli stessi religiosi. Oltre 150 leader religiosi yemeniti hanno minacciato il ricorso alla jihad in un incontro dei leader religiosi in una moschea di Sana'a. A presiedere la riunione lo sceicco Abdul Majid al Zindani, leader dell’opposizione islamica yemenita ed esponente locale dei Fratelli Musulmani ricercato dagli Stati Uniti. "È un dovere ricorrere alla jihad se il Paese dovesse essere invaso da truppe straniere" si legge nella nota di cui dà notizia l’agenzia di stampa Dpa. Nei giorni scorsi Zindani si era già detto "fermamente contrario a qualsiasi intervento militare di forze straniere in Yemen, che verrebbe considerato come un’occupazione ostile".
Dichiarazione di guerra santa "La jihad sarebbe il dovere di tutti i musulmani se una qualunque parte straniera continuasse a voler aggredire o invadere militarmente il nostro paese" è scritto nel comunicato firmato da 150 ulema che rappresentano diverse regioni dello Yemen e presentato durante un incontro con la stampa a Sana'a.
Il testo, letto da un religioso membro del parlamento, Sheikh Aref al Sabri, proclama inoltre la contrarietà dei dignitari religiosi "a qualsiasi presenza straniera, qualsiasi accordo militare e qualsiasi cooperazione militare con l’esterno e allo stabilimento di basi militari sul territorio yemenita".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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