Buccinasco, in manette il sindaco Mazzette e una Ferrari in prestito

Il sindaco di Buccinasco Loris Cereda, esponente del Pdl, è stato arrestato questa mattina assieme a un assessore, un consigliere comunale e altre quattro persone

Buccinasco, in manette il sindaco 
Mazzette e una Ferrari in prestito

Buccinasco (Milano) - Sei arresti per un giro di tangenti legate ad alcuni lavori pubblici. In manette l'esponente Pdl Loris Cereda, sindaco di Buccinasco (a sud ovest del capoluogo lombardo), un suo assessore e un consigliere comunale: per tutti l'accusa è di falso in atto pubblico. Il primo cittadino, deve rispondere anche di corruzione. Gli altri tre arrestati sono un commercialista, il dirigente di una società che gestisce ipermercati e l'amministratore di una società edile. I casi di corruzione sono legati agli appalti per la costruzione di ipermercati. 

Indagini da un anno Da oltre un anno andavano avanti le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dirette dai pm Maurizio Romanelli, Paola Pirotta e Sergio Spadaro. Le ordinanze di custodia cautelare sono state firmate dal gip Gaetano Brusa.

Gare di appalto Gli episodi di corruzione contestati sono sei e riguardano gare d’appalto nel settore dell’edilizia pubblica e contratti di forniture di servizi, come il verde e l’illuminazione urbana dello stesso comune di Buccinasco. Al momento sono state individuate tangenti per 10 mila euro mentre per altre presunte mazzette sono in corso accertamenti tra cui indagini bancarie. 

Gip respinge arresto vicesindaco Il gip di Milano, Gaetano Brusa, ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del vicesindaco di Buccinasco, Antonio Luciani. La procura ipotizzava che Luciani avesse compiuto "atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere-indurre indebitamente l’imprenditore Bicocchi, legale rappresentante della società Green System, che si proponeva come fornitore di beni e servizi per il Comune, a corrispondere denaro o altre utilità consistiti nell’azzeramento di un debito personale di 14mila euro".

Secondo il gip, tuttavia, pur trattandosi da parte del Luciani "di una richiesta indebita di utilità avanzata al privato, funzionale al buon esito della gara di appalto", le indagini non hanno messo in luce "ulteriori circostanze qualificanti l’ipotesi di tentata concussione".

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