Le case della "cricca": ecco l'elenco dei vip

Ricostruito il giro di abitazioni che ruotano intorno all'imprenditore Anemone. Nome per nome gli inquilini della città dei privilegi. Dai generali Gdf ai vertici di Polizia e servizi segreti fino al presidente di Trenitalia. In affitto da Propaganda Fide vertici di Agenzie e Authority e giornalisti televisivi

Le case della "cricca": ecco l'elenco dei vip

Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica

Roma - Camere con vista. Quasi sempre a Roma, ovviamente in centro, possibilmente gratis: astenersi gente comune. Ci sono le case comprate con gli assegni dell’architetto di Diego Anemone, Angelo Zampolini; quelle in cui hanno messo piede e attrezzi le squadre di operai alle dipendenze di Anemone; quelle legate alla congregazione di Propaganda Fide di cui Angelo Balducci era consultore; gli alloggi «istituzionali» messi in sicurezza dall’imprenditore romano. Seguendo questi elenchi si può disegnare una mappa degli «appartamenti blu». Premettendo che non tutti gli indirizzi nascondono illeciti o misteri. Sulla «lista Anemone», per esempio, gli inquirenti sono ancora al lavoro. E molti di coloro che sono usciti allo scoperto, ammettendo di aver commissionato i lavori all’imprenditore da poco scarcerato, assicurano comunque di aver pagato tutto regolarmente, e di tasca propria. Di certo, tra le migliaia e migliaia di pagine di atti giudiziari dell’inchiesta sugli appalti di G8 e grandi eventi, emerge una mappa di residenze comunque privilegiate.

Mappa che non può non cominciare dalla casa che ha innescato le dimissioni del ministro Claudio Scajola, nella centralissima via del Fagutale, a Roma, pochi metri dal Colosseo. Palazzo moderno, comprato nel 2004 con l’aiuto di quei 900mila euro in assegni circolari emessi da Zampolini. Per restare al gruppo di case individuato dalla finanza per conto dei pm perugini inseguendo gli assegni di «Zampo», non troppo distante, in via Merulana e in una traversa di quest’ultima, via Poliziano, ecco i due appartamenti (rispettivamente 5 e 7,5 vani) del generale della finanza, distaccato all’Aisi, Francesco Pittorru. Altro quadrante, ma sempre nel centro di Roma, per arrivare alla casa di Alberto Donati, genero del manager delle Infrastrutture Ercole Incalza, in via Emanuele Gianturco, a due passi da piazza del Popolo, sempre comprato con il contributo degli assegni circolari di Zampolini. Che hanno «collaborato» pure all’acquisto di uno degli appartamenti riferibili alla famiglia Balducci. Quello di Filippo Balducci, figlio di Angelo, in via dei Cartari, una traversa di Corso Vittorio Emanuele II, nel cuore del centro storico capitolino. Ma quella delle proprietà immobiliari dei Balducci è una mappa a parte.

Appena fuori dalle mura Aureliane la casa di residenza di Angelo Balducci, 23 vani in via delle Mura Latine, intestati alla moglie Rosanna. Ad Angelo sono intestate due case lì accanto, in via Latina, e una terza in via dei Colli della Farnesina. Filippo, oltre alla casa di via dei Cartari ha altri tre appartamenti. Quattro immobili anche l’altro figlio Lorenzo, di cui uno in via della Pigna attenzionato dagli inquirenti. A entrambi i coniugi sono intestati due immobili e una villa a Montepulciano (che emerge dalle intercettazioni perché la moglie richiede interventi di manutenzione ad Anemone), e Balducci possiede anche una casa a San Giorgio di Pesaro e una a Sappada, nelle Dolomiti.

Torniamo a Roma, pieno centro, due passi da via della Scrofa, dove la lista di Anemone segna l’indirizzo di una società, la Fin Posillipo. Poco lontano, in vicolo della Campana, ecco la casa del professor Adalberto Thau, cugino della moglie di Balducci, anche lui «annotato» dall’imprenditore. Allo stesso portone c’è anche casa di Antonio Marano, vicedirettore generale della Rai.

Detto che il parlamentare dell’Idv Stefano Pedica aveva scelto l’elegante quartiere Prati, dall’altro lato del Tevere, quando nel 2007 si trasferì in via Paolo Emilio, dove Anemone lavorò per ristrutturare e annotò nel celebre elenco (Pedica ha poi cambiato casa da un annetto), possiamo spostarci verso San Pietro e arrivare in via della Conciliazione. Qui ha casa il commissario Agcom Giancarlo Innocenzi, sempre qui abita il presidente dell’Enac Vito Riggio, entrambi in affitto da Propaganda Fide. Il centro storico la fa da padrone. Ecco, in via del Governo Vecchio, in un’altra casa di Propaganda, il subcommissario per l’Abruzzo della Protezione Civile Luciano Marchetti, e anche il nuovo prefetto dell’Aquila, Giovanna Maria Rita Iurato, salta fuori nell’elenco di Anemone «per lavori di falegnameria».

Sempre in zona, via de’ Coronari, abitano il direttore del Tg1 Augusto Minzolini e il presidente di Trenitalia, Marco Zanichelli. Nel cuore della Roma storica c’è poi il palazzetto dell’ex ministro Pietro Lunardi, in via dei Prefetti, acquistato sei anni fa proprio dalla congregazione religiosa. Lunardi ha poi detto di aver incaricato Anemone per dei lavori in una sua proprietà di Parma. Il capo della polizia Antonio Manganelli era stato avvicinato da Balducci che gli aveva proposto un appartamento proprio in via dei Prefetti, ma Manganelli declinò e, come Gianni De Gennaro, prese casa a Parioli, in via Civinini. Dove tra l’altro, in entrambe le case, ha lavorato l’impresa di Anemone, ma senza mai finire i lavori.

Quegli appartamenti sono di proprietà dell’Enasarco, ente che a Roma ha un considerevole patrimonio immobiliare, e vanta altri inquilini vip, come l’ex collaboratore di Balducci Massimo Sessa, che abita in una casa accanto a Villa Torlonia. Sempre a Parioli c’è una delle case di Guido Bertolaso, in via Bellotti Bon, e anche qui gli operai di Anemone hanno messo piede. Ma bisogna tornare in pieno centro storico per arrivare al secondo indirizzo per il quale il capo della Protezione civile è finito nell’elenco del costruttore: via Giulia, all’angolo con via del Polverone. Costeggia piazza Navona, invece, Corso Rinascimento.

Qui aveva casa il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, e qui i servizi mandarono Anemone per lavori di messa in sicurezza. Quando Mancino vendette l’alloggio in centro per trasferirsi al Trieste-Salario, in via Arno, richiamò l’imprenditore, ma stavolta a sue spese. Non lontano c’è via Ofanto, dove Anemone aveva annotato il generale della finanza, e vicedirettore dell’Aisi, Paolo Poletti.

I link tra Anemone e le case portano pure a Claudio Rinaldi, l’ex commissario straordinario per i mondiali di nuoto del 2009. L’imprenditore avrebbe lavorato negli immobili di Rinaldi in via Appia, via Aosta e via Nazionale. Era invece in via XX Settembre la sede della Medea, società di Mauro Della Giovampaola. Publio Fiori, ex sottosegretario, ora con Rutelli, nella sua casa di via Ruffini, a Prati, ha avuto gli operai di Anemone in casa, ma ha ricordato di aver «sempre pagato gli importi stabiliti mediante assegni e dietro presentazione di fattura».

Mentre il giorno della pubblicazione della lista cadde dalle nuvole Andrea Monorchio, ex ragioniere generale dello Stato, annotato accanto all’indirizzo via Sistina. Monorchio abita in effetti in affitto in una piccola traversa, via degli Artisti, ma ha detto di non aver mai conosciuto Anemone, e che «i lavori di ristrutturazione li ha fatti il proprietario».

Non lontano c’è la casa su tre livelli di Bruno Vespa, affittuario di Propaganda Fide. E scendendo da Trinità de’ Monti, ecco via della Vite. Qui abita la giornalista del Tg5 Cesara Buonamici, che con Vespa condivide il «padrone di casa».

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