Pierangelo Maurizio
Si complica linchiesta sulle fatture false che in un intreccio tra affari e politica ha portato in carcere, dal 29 maggio, Leonardo Giombini, 42 anni, detto «Faccia dangelo», il costruttore di fiducia delle coop rosse e delle amministrazioni di sinistra in Umbria. Le indagini vanno avanti nonostante il muro di silenzio, più pesante dellafa. E a leggere linterpellanza presentata da Maurizio Ronconi, deputato umbro dellUdc, sembra che da tempo la Guardia di finanza abbia acquisito ben altri e più copiosi elementi. Lonorevole Ronconi chiede al ministro della Giustizia Clemente Mastella di accertare quanto segue: esisterebbero due verbali della riunione nella quale il consiglio damministrazione della Icc, Immobiliare centri commerciali interamente controllata dalla Coop Centro Italia, decise il 29 novembre 2004 lacquisto del terreno e del fabbricato ex Enel a Collestrada, nei dintorni di Perugia. Uno con riferimenti che - alla luce di quanto è poi emerso - potrebbero essere scottanti; laltro senza e allegato al rogito notarile.
La consulenza strapagata
Il 9 dicembre 2004 lImmobiliare delle coop firma davanti al notaio lacquisto - per 6,5 milioni di euro dalla Spazio Industriale 2, società del gruppo Pirelli - di terreno e fabbricato a Collestrada (dove attualmente è in corso lampliamento dellipermercato). «Tutta loperazione sarebbe stata gestita da Giombini» scrive Maurizio Ronconi.
Passa una settimana e senza fare una piega la Icc paga alla SG Capital srl, società di Giombini, una prima fattura (datata 15 gennaio 2004 e saldata il 30 dicembre) di 850mila euro più Iva «per costi di intermediazione». Ancora qualche giorno e ne paga unaltra (data 10 gennaio 2005, saldo il 14), sempre alla SG, di 650mila euro «per uno studio di fattibilità sullarea». In tutto 1 milione 500mila più Iva (totale 1,8 milioni). Maurizio Ronconi ora vuol sapere dal ministro «se i soci della Icc fossero a conoscenza del pagamento di due consulenze che ammontavano al 23%» del valore della compravendita.
Parcelle da favola
Per gli inquirenti è ormai pacifico che tutte due «intermediazione» e «studio di fattibilità» sono «operazioni inesistenti». I protagonisti dellUmbriagate, scrivono i magistrati, si muovevano «con la sicurezza di non essere mai scoperti». Pasticcioni, pure. La SG Capital del geometra Giombini, per esempio, fino al 13 dicembre 2004 era in liquidazione (quindi riesumata e rimessa di nuovo in liquidazione). Come può una società in liquidazione fino al 13 dicembre 2004 svolgere lintermediazione di una compravendita conclusasi il 9 dicembre, si sono chiesti e hanno chiesto il pm Claudio Cicchella e il gip Claudia Matteini?
Ma un tocco surreale si raggiunge con le fatture dellarchitetto Raffaele Di Palma, lunico ancora in carcere oltre al costruttore.
L«isocrona dal baricentro»
Sempre secondo le indagini, per costituire il «nero» Giombini sarebbe stato solito chiedere ad altri imprenditori che lavoravano per lui, e «in un vincolo di soggezione» secondo i magistrati, di far figurare costi inesistenti a carico della SG Capital. Per lo «studio di fattibilità» sullarea di Collestrada, la fattura che larchitetto Raffaele Di Palma emette il 31 marzo 2005 porta questa intestazione: «Per ricerca relativa al bacino di utenza, compreso a 50 min. di isocrona dal baricentro Collestrada-Perugia (Umbria, Bassa Toscana, alto Lazio)». Per quanti sforzi abbiano compiuto Pm e Fiamme gialle non sono riusciti a farsi spiegare dai dipendenti di Giombini che cosa sia l«isocrona dal baricentro». Secondo Giancarlo Lo Forte, ex amico di Giombini, gli 850mila euro dell«intermediazione» sarebbero andati a finanziare la campagna elettorale delle amministrative 2005. Di Palma invece tace.
Il doppio verbale
I consiglieri dellImmobiliare delle coop apprendono il 29 novembre 2004 che stanno per effettuare la vantaggiosa operazione dellacquisto del terreno a Collestrada. Solo che di quella stessa riunione esisterebbero due bozze di verbale. Una prima bozza sarebbe stata spedita via e-mail il 3 dicembre 2004 a Giacomo Sonzini, funzionario della società della Pirelli, e da questi girata al notaio Renato Giacosa di Milano (davanti al quale si stipulerà il rogito). In questa bozza «dopo breve dibattito» gli amministratori della Icc, oltre a pagare 6,5 milioni di euro per il terreno alla Pirelli, deliberano «di liquidare alla società SG Capital srl limporto di 850mila euro oltre Iva per costi di intermediazione immobiliare» e di 650mila euro più Iva per il «piano di ricerca e fattibilità».
Il giorno dopo però, il 4 dicembre, Leonardo Giombini avrebbe mandato direttamente al notaio Giacosa unaltra bozza. In questa scompaiono tutti i riferimenti alla SG Capital, restano solo i 6,5 milioni più Iva da pagare alla Spazio Industriale 2 della Pirelli per il terreno. Ed è questo il verbale che finisce allegato al rogito.
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