L'esperto fiscale di "Ballarò" sotto inchiesta per fondi neri

Il commercialista Barbone spiegava i giochini da Floris. Ora è indagato nell'inchiesta su Banca Intesa: avrebbe intascato 800mila euro senza dichiararli

L'esperto fiscale di "Ballarò" sotto inchiesta per fondi neri

Sempre così prodigo di consigli. E, talvolta, pure attrezzato degli arnesi per la lezioncina: lavagna, pennarello, gessetti. E, naturalmente, degli oggetti della lezioncina: scatole cinesi e scatole off shore. In qualche caso, come i telespettatori e i lettori forse ricorderanno, addirittura (accadde in una memorabile puntata di Ballarò), ritto in piedi, davanti a una mappa del mondo, quella volta fornito di post it che appiccicava qua e là per ricostruire il percorso della famosa casa di Fini, pardon del giovin cognato Tulliani, a Montecarlo.
Interpretazioni illuminate e illuminanti. Spiegazioni di fatti e antefatti, decisamente esaustive per la gioia e la soddisfazione di Giovanni Floris e della sua redazione di Ballarò. Una faticaccia insomma. Ma una faticaccia autorevole e frequente, date le numerose comparsate che il dottor Lorenzo Barbone ha fatto nel programma «opinionifico» del martedì su Raitre. Ora però, anche se è tutto, per amor del Cielo, ancora da chiarire, l'esperto anti-evasione di Ballarò è nei guai. È un dato di fatto che nei faldoni dell'indagine della Guardia di finanza sulle scorciatoie, non proprio limpidissime, prese dalla «famiglia dei rubinetti», cioè i Giacomini del lago d'Orta, per proteggere il loro «nero» tesoro all'estero, il ruolo del noto commercialista-opinionista romano non sarebbe stato proprio di secondo piano. Secondo la ricostruzione dei magistrati, come riporta Il Fatto quotidiano, avrebbe infatti ricevuto dai Giacomini quasi 800mila euro in nero tra il 2006 e il 2008.

Barbone si sarebbe mosso assieme ad altri professionisti come Andrea Zoppini, il sottosegretario alla Giustizia, che dopo aver ricevuto l'avviso di garanzia si è dimesso, e Stefano D'Angelo, per aiutare i Giacomini a dare corpo e sostanza a un trust all'estero che doveva servire a liquidare esentasse i familiari da estromettere dell'azienda. Giova ricordare che per la vicenda sono già finiti in carcere Elena Giacomini, sorella di Corrado, il faccendiere Alessandro Jelmoni mentre sono stati concessi gli arresti domiciliari al ragioniere Giulio Sgaria, di Baveno, che, dopo una vita spesa in banca, si era messo a disposizione del gruppo Giacomini per portare tutta la sua esperienza nella costituzione del sistema di frode fiscale e di riciclaggio. Non solo, le architetture off shore sarebbero state costruite con l'aiuto dei colletti bianchi di Banca Intesa, come scrive il gip di Milano che chiama in causa «funzionari ed ex funzionari di Banca Intesa Lussemburgo con la probabile complicità della banca per costituire fondi neri». Il tutto nell'era in cui l'istituto di credito era guidata da Corrado Passera.

Resta il fatto che stavolta per l'«esperto» Barbone i conti non tornano e la vicenda ha tutta l'aria di rivelarsi un brutto scivolone per la sua carriera, nonostante la sua biografia, che piroetta in internet, sia senza dubbio ragguardevole: «...dottore commercialista e revisore contabile, giornalista pubblicista, dottore di ricerca in diritto tributario... ha avuto l'opportunità di studiare in particolare la fiscalità delle operazioni straordinarie e dei rapporti internazionali, nonché di praticare la consulenza professionale a livello di pianificazione fiscale, e contenzioso. Ha svolto numerosi incarichi di docenza per la formazione di funzionari e quadri del ministero delle Finanze presso la Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze, oltre che presso altri corsi post-universitari (master di secondo livello in Diritto tributario della Seconda università di Roma, master Ipsoa sul reddito di impresa. È autore di oltre 100 tra articoli e note a sentenza». Già, perché tra gli atti che gli investigatori stanno valutando con particolare attenzione, ci sarebbe anche una mail nella quale il commercialista sollecita la sua giusta ricompensa e si premura di ricordare ai suoi clienti «i rischi e le responsabilità» cui lui è andato incontro nell'operazione quando ha «evidenziato loro», risulterebbe sempre dai documenti nelle mani degli investigatori, «quali vantaggi fiscali i suoi consigli abbiano portato ai clienti». Una mail che porta la data del 29 luglio 2010.

Dopo aver scritto la quale, il dottor Barbone ora indagato per frode fiscale ha esordito a Ballarò come esperto di denaro in nero e paradisi fiscali. Ma guarda come girano le cose. Anzi le scatole. Quelle cinesi, s'intende.

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