Umbria, tangenti sul dopo terremoto In cella costruttore delle coop rosse

Nel mirino dei pm di Perugia un sistema di fondi neri per 9 milioni e di mazzette ai politici per ottenere gli appalti sulla ricostruzione. Quindici sott’ inchiesta

Pierangelo Maurizio

da Perugia

Un terremoto. Anche in senso letterale. L'inchiesta della Procura di Perugia nella rossa Umbria su fondi neri e tangenti ai politici si starebbe allargando anche alla ricostruzione del dopo sisma. Partendo dalla vicenda delle fatture false - una cifra, per ora, di 9 milioni e mezzo di euro - che coinvolge Leonardo Giombini, il costruttore legato alle cooperative rosse, e la Coop Centro Italia, magistratura e Guardia di finanza sarebbero intenzionate a ripercorrere il filo di tutti gli appalti affidati all'imprenditore, dal '97 a oggi.
Condizionale d'obbligo, ma l'inchiesta rischia di avere effetti ben più devastanti di quelli finora intravisti. In carcere dal 30 maggio ci sono Leonardo Giombini e un architetto di Foligno, Raffaele Di Palma. Il mandato di custodia cautelare in un primo tempo indirizzato anche al commercialista romano Luca Bufalini è stato annullato dal Tribunale del riesame. Il primo a finire in manette, a febbraio, è stato l'imprenditore Giancarlo Lo Forte, che ha fornito le prime indicazioni su mazzette e destinatari. Sono indagati altri due commercialisti umbri e 11 titolari di aziende.
Ma non c'è dubbio che il personaggio clou è Leonardo Giombini, 42 anni. È lui che ha costruito il contestatissimo ipercoop a Collestrada, e quello di Terni altrettanto contestato, altri supermercati a Spoleto, a Chianciano, ma anche caserme dei vigili del fuoco. Così come oltre che con le coop rosse lavora per tutte le amministrazioni di sinistra. Ha messo mano ad alcuni stabili dell'Unipol. E ha anche un notevole peso nell'Associazione industriali. Sul piano imprenditoriale è «esploso» nel '97 proprio con la ricostruzione del dopo terremoto.
Secondo l'accusa Giombini avrebbe messo in piedi il sistema di fondi neri grazie alle sue attività con la Coop Centro Italia. L'immobiliare Icc della Coop Centro Italia affidava alla società Sg capital srl del costruttore gli studi di fattibilità per la realizzazione di centri commerciali, supermercati, parcheggi. Pagando però per questi studi prezzi decisamente superiori a quelli di mercato. Poi aziende compiacenti facevano figurare con fatture false spese inesistenti a carico della Sg. Ed ecco pronta la provvista in nero. A che cosa doveva servire? Anche a pagare tangenti a politici, dicono gli inquirenti: e non è solo un'ipotesi investigativa.
L'allargamento delle indagini al dopo terremoto potrebbe avere sviluppi piuttosto imprevedibili. Perché qui si sono riversati 8mila miliardi di vecchie lire. Su 820mila abitanti. «Un’alluvione di quattrini che ha falsato il mercato», dice il deputato udc Maurizio Ronconi. Vediamo che cosa è emerso finora nell'inchiesta. Leonardo Giombini ha dapprima negato ogni addebito. Poi nell'ultimo interrogatorio di una settimana fa ha ammesso parzialmente: ha cioè detto che effettivamente aveva costituito una provvista di fondi neri dal '95 al 2000. Ma la cosa, a suo dire, non sarebbe penalmente rilevante. Con una curiosa analogia con l'autodifesa di Consorte e Sacchetti nel caso Unipol, ha spiegato di aver fatto rientrare un milione e mezzo di euro - ma gli inquirenti ritengono che ci siano in circolazione nei paradisi fiscali ancora almeno 3,5 milioni - con lo scudo fiscale. E ha escluso tassativamente di aver pagato tangenti. Il pubblico ministero Claudio Cicchella, però, non gli crede. Giancarlo Lo Forte, il titolare della Electron, una delle aziende che ha emesso le fatture false, il primo ad essere stato arrestato e scarcerato dopo una decina di giorni, ha elencato i nomi dei politici e le cifre che avrebbero percepito. 400 mila euro a un amministratore pubblico, 250mila a un assessore. E così via per un totale di 850mila euro. I riflettori sono accesi anche sulla Coop Centro Italia, che raccoglie supermercati e centri commerciali di tutta l'area. Il presidente è Giorgio Raggi, diessino doc, ex sindaco di Foligno prima di Maria Rita Lorenzetti, la governatrice dell'Umbria, anche lei ds, nonché suo compagno di scuola e a lei molto legato. Ieri, con un'interpellanza parlamentare, Maurizio Ronconi ha allargato l'orizzonte alle banche. Ha chiesto se «i soci della Coop Centro Italia sono stati informati» sui molti incarichi affidati ad una società poi coinvolta nelle fatturazioni false e sugli «eventuali danni patrimoniali» derivati alla Coop.

E vuole sapere «quali istituti sono stati interessati a questa contabilità in considerazione anche che autorevolissimi esponenti della Coop Centro Italia rivestono contestualmente incarichi in istituti bancari importanti». Giorgio Raggi, il presidente della Coop Centro Italia, è anche, in rappresentanza del Monte dei Paschi di Siena, vicepresidente della Banca popolare di Spoleto.
pierangelo.maurizio@alice.it

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