Diversi esercenti titolari di bar e ristoranti di Sanremo hanno appeso un drappo nero fuori dal locale, per celebrare il simbolico funerale della propria attività. "A queste condizioni è impossibile riaprire", è il grido unanime della categoria
"Quelle disposizioni ci ammazzeranno, così è impossibile riaprire". E' un mantra che risuona, giorno e notte, tra gli esercenti di Sanremo, che oggi hanno celebrato il funerale delle proprie attività. A parità di spese, ma con incassi che crolleranno di almeno il settanta per cento: chi gestisce un bar o un ristorante non ne vuole sapere di riaprire. Sotto accusa c'è il governo Conte dal quale non sono ancora arrivati degli aiuti concreti. Nelle voci degli intervistati, dunque, ascoltiamo il dramma di chi rischia di perdere tutto.
Via libera al progetto pilota. Il test durerà un mese e saranno 36 i bambini coinvolti
Riaperture dal 25 maggio, ma dipende dal tasso di contagio. Il governo preferisce muoversi con cautela
“Non vedo l'ora di poter tornare a tagliare i capelli al presidente”. Se continua così dovrà chiudere per sempre. La crisi tocca tutti
Bisognerà valutare che tipo di impatto avranno le riaperture previste per i prossimi 4 e 18 maggio: "Gli effetti sui decessi della parziale riapertura li vedremo solo all’inizio di giugno, quelli della seconda si vedranno nella seconda metà di giugno"
A differenza dell'Italia, in molte nazioni europee e nel mondo la Fase 2 è molto meno restrittiva: negozi, scuole ed uffici riaprono, sia pur mantenendo un adeguato distanziamento sociale. Nuova Zelanda isola felice: hanno praticamente sconfitto il virus e ripartono
"I parrucchieri riapriranno il 1° giugno": l'annuncio di Conte ha scatenato ironia e rivolta sui social: oltre ad essere gli ultimi a riaprire, per loro c'è anche la beffa di un doppio festivo, prima il lunedì e poi la Festa della Repubblica del 2 giugno. "Ma Conte il calendario l'ha visto???"
Il titolare di un bar di Ventimiglia (Imperia), attacca il premier Conte: "A queste condizioni mi costringi a chiudere, ma verrò a Roma, perché voglio che mi guardi negli occhi". Sotto accusa le condizioni di sicurezza, che impediscono di lavorare
"Caro Conte, a queste condizioni, mi costringi a chiudere. Quando ci sarà la riapertura, consegnerò la chiavi al sindaco, ma poi verrò a Roma a incontrarti, perché voglio che mi guardi in faccia". A parlare è Corrado Sbano, 42 anni, originario di Casaluce, in provincia di Caserta, ma da anni ormai abitante al confine italo francese di Ventimiglia. Dopo diciotto anni da frontaliere a Montecarlo, con i risparmi di una vita apre un bar-trattoria nel quartiere popolare di Roverino, ma alle condizioni dettate del premier per riaprire, si vede costretto quasi certamente a gettare la spugna. Le ragioni e lo sconforto per questa decisione le illustra lui stesso in un lungo video.