Lo spot Peta per il Super Bowl è un attacco alla virilità

Lo spot Peta per il Super Bowl è un attacco alla virilità
Era il 13 marzo del 2014 e in una puntata di Don Matteo su RaiUno è andato in onda un vero e proprio spot di Banca Etruria
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Lo spot nelle intenzioni voleva diffondere un messaggio di fratellanza e unione, infatti alla fine si conclude con lo slogan "Noi siamo uniti"
La pubblicità nelle intenzioni voleva diffondere un messaggio di fratellanza e unione - infatti alla fine si conclude con lo slogan "Noi siamo uniti" - ma agli occhi di molti è stata vista come un'ingerenza delle abitudini degli Usa in una comunità, per così dire, incontaminata, senza dimenticare tra i protagonisti americani la totale assenza di diversità etnica.Inoltre, diversi commentatori hanno fatto notare che l'obesità è uno dei problemi di cui soffrono gli abitanti di queste comunità sparse per le aree più remote del Messico e quindi, suggerire il consumo di bibite gassate non è proprio un'iniziativa lodevole.
Settecento pezzi di una bambola edizione limitata già andati a ruba e uno spot che celebra il mondo della moda
"È così grintosa!" recita il bambino nell'ultimo spot della Barbie. Già, un bambino. Per la prima volta nella storia della bambola più famosa del mondo infatti, nella pubblicità per l'edizione limitata della Moschino Barbie, c'è anche un bambino.E non è solo una comparsa, magari in una scena dove ci sono altre bambine, è proprio un protagonista dello spot che, insieme alle sue amichette (che compaiono in video vestite e truccate come delle cresciute teenager), gioca con le bambole e gli accessori.La bambola, venduta con otto indispensabili accessori come un cellulare, una collana, le buste per lo shopping, un cappellino ed una t-shirt, è stata lanciata in un'edizione limitata di soli 700 modelli, andati a ruba. La Moschino Barbie infatti, ha facilmente registrato il tutto esaurito e ora è reperibile solo su eBay.Nel video il bambino gioca con la Barbie. Squilla lo smartphone, lui risponde e passa il cellulare alla bambola. La Mattel, casa produttrice del giocattolo icona per le bambine, così sembra essere entrata a gamba tesa nel recente dibattito sulla neutralità di genere nel mondo dei giochi.La domanda che in molti ormai si pongono è se i bambini e le bambine preferiscono davvero i giocattoli più affini al loro genere sessuale o se sono condizionati solo per convenzioni storiche e sociali degli adulti, ma la Mattel pare avere la risposta.
La 21enbne candidata a Odessa, in Ucraina, ha fatto uno spot dove si spoglia per invitare gli elettori a votarla
Le donne che lavorano? Distruggono la casa. È questo il senso di uno spot di France 3 che avrebbe dovuto combattere il sessismo, ma che, in realtà, si è rivelato incredibilmente maschilista