Residenza e domicilio non coincidono? Occhio alla "doppia" Tari

Ecco come comportarsi per evitare di dover versare per due volte l'imposta sui rifiuti

Residenza e domicilio non coincidono? Occhio alla "doppia" Tari
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Non è inusuale che residenza e domicilio non coincidano, e non si tratta di una situazione particolarmente vantaggiosa per quanto concerne la Tari, che secondo la normativa attuale è dovuta per entrambi gli immobili.

L'imposta va versata infatti per coprire i costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti affrontati dal Comune in cui si trova l'abitazione e ad essere tenuti a pagarla sono tutti coloro i quali detengono a qualsiasi titolo edifici o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti urbani, ciò indipendentemente dal fatto che i rifiuti vengano concretamente prodotti. Ciò premesso, ne deriva che l'obbligo ricade sulle spalle non solo dei proprietari, ma anche su chi in quel dato immobile vive in comodato d'uso gratuito, chi ha l'usufrutto della casa e chi la occupa con un contratto d'affitto: in quest'ultimo caso è il locatario a dover versare la Tari e non il titolare del bene solo qualora sia stato sipulato un contratto di durata superiore a 6 mesi.

In linea teorica ognuno dovrebbe pagare l'imposta esclusivamente per l'abitazione in cui vive o eventualmente anche su una seconda casa, ma nel caso in cui residenza e domicilio non coincidano s'innesca un altro meccanismo: entrambi i Comuni richiedono infatti il pagamento della tassa, e ciò è lecito, dal momento che le due case possono produrre rifiuti urbani, a prescindere dal fatto che in un dato momento, quando il contribuente è assente, ciò non avvenga.

Quando si parla di "residenza" la legge intende definire il luogo nel quale il cittadino dimora abitualmente, ovvero quello in cui vive con la propria famiglia, mentre il "domicilio" diventa "il luogo dove la persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi", come stabilito dall'art.43, primo comma c.c. Comunemente residenza e domicilio coincidono, ma vi sono dei casi in cui per necessità lavorative, per motivi di studio o di salute un cittadino ha la necessità di fissare altrove la propria domiciliazione in un comune diverso da quello di residenza, dove magari vive in affitto solo per alcuni giorni della settimana.

Qualunque sia il motivo che ha spinto la persona ad avere questa necessità, la Tari è dovuta integralmente per entrambi gli immobili, anche qualora uno dei due sia occupato di rado. Esistono tuttavia delle possibilità per il contribuente di non pagare la doppia tassa. Il primo passo da fare è quello di verificare se il Comune in cui si ha la residenza preveda o meno nel proprio regolamento il pagamento della Tari non sui residenti bensì sui domiciliati.

Qualora questa via sia percorribile, sarà sufficiente raccogliere tutti i documenti in grado di comprovare il cambio di domicilio e consegnarli all'Ente locale per non dover più pagare la Tari.

In caso contrario, l'unica possibilità di evitare la doppia imposta è quella di spostare la residenza nell'abitazione in cui si è domiciliati: così facendo si dovrà versare l'imposta esclusivamente per questo immobile.

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