
Avrebbe chiesto il "consenso" alla ragazza per realizzare il video e poi inviarlo all'amico deejay. È la posizione, sostenuta davanti ai pm, di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, che rischia, dopo la chiusura indagini di ieri, una richiesta di rinvio a giudizio per "diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite", ossia revenge porn. Mentre la Procura di Milano ha chiesto l'archiviazione per i presunti abusi sessuali che erano contestati a lui e a Tommaso Gilardoni.
Interrogato dall'aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro, il 20 dicembre 2023, il 22enne, terzogenito di Ignazio La Russa, oltre a ricostruire la nottata tra il 18 e il 19 maggio trascorsa al club Apophis, l'incontro con la 22enne che poi l'ha denunciato a fine giugno e i rapporti consenzienti avuti nell'abitazione, ha messo a verbale di aver "filmato" la ragazza. E di aver "inviato a Tommaso" il video "per giustificare che se ne fosse andato prima dal locale" e anche di aver "chiesto il consenso" alla giovane.
Gilardoni, interrogato il 12 dicembre 2023, ha spiegato ai pm che arrivò a casa La Russa "alle ore 4 del mattino" da solo e in bici e che nel tragitto aveva "scambiato dei messaggi con Leonardo", che gli aveva inviato quel video "seguito dal messaggio 'muoviti". Il 26enne ha detto di aver realizzato due filmati, uno dei quali, poi, come ricostruito dai pm, lo avrebbe girato ad un amico ad agosto. Da qui anche per lui l'accusa di revenge porn. Tra le varie testimonianze raccolte, agli atti dell'inchiesta della Squadra mobile, pure quella di un amico di La Russa junior.
Ha raccontato che in quel luglio di due anni fa, durante la festa "di compleanno" di Leonardo Apache, quest'ultimo gli disse "con preoccupazione" che "una ragazza voleva denunciarlo", la stessa di cui gli aveva già parlato dopo quella serata all'Apophis.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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