Milano è pronta ad accogliere nel suo "Salone" la carica dei 300mila. In fiera o "Fuori" è la festa del design

Oltre 2mila espositori con 168 brand al loro debutto e 91 che hanno deciso di tornare. Apre oggi l’evento più importante del settore, quest’anno con Euroluce

Milano è pronta ad accogliere nel suo "Salone" la carica dei 300mila. In fiera o "Fuori" è la festa del design
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Apre i battenti oggi la 63sima edizione del Salone del Mobile di Milano. Negli oltre 169mila metri quadrati di superficie saranno presenti 2.100 espositori, il 38% dall'estero, di cui 168 brand al debutto e 91 di ritorno. Stessa tendenza per decisori, buyer, progettisti, investitori in arrivo alla Fiera di Rho da più di 150 Paesi.

Dopo il test fatto su Euroluce nel 2023 si espande il nuovo layout firmato Lombardini22, che porta i padiglioni tutti sullo stesso livello, secondo un disegno pensato per rendere la visita più fruibile, confortevole e meno dispersiva. L'avere portato le corsie ad anello, infatti, su cui si affacciano gli stand, permette di avere spazi più ampi, trovare a colpo d'occhio il brand di interesse e fare meno strada. Uno studio dell'Università di Losanna ha dimostrato che la nuova disposizione a maglia ad anello riduce il tempo di percorrenza del 10%, migliora la memorabilità degli spazi del 40% e l'orientamento del 15%.

Pesa sulla manifestazione (fino a domenica, ingresso al pubblico solo nel week end, per studenti da venerdì a domenica) l'incertezza dello scenario economico internazionale, con l'introduzione da parte degli Usa dei dazi del 20% sui prodotti europei, stante che gli Usa rappresentano il primo mercato extraeuropeo di riferimento. A fronte della preoccupazione del settore uno studio del Research department di Intesa Sanpaolo stima il rischio di riduzione delle esportazioni italiane di legno-arredo tra l'1,5% per i mobili per ufficio ed il -2,8% per i mobili imbottiti. Stime che non «tengono conto del fatto che l'offerta italiana è costituita perlopiù da prodotti di design di fascia alta - si legge nello studio - e della capacità di reazione delle imprese italiane, sia nell'aggiustare i propri listini sia nel cercare nuovi mercati».

Il 2025 è anche l'anno di Euroluce, la biennale dell'illuminazione e dell'illuminotecnica, che conta 306 espositori, 45% dei quali dall'estero. Su una superficie di 32.390 metri quadri spiccano 42 aziende al debutto e 39 «di ritorno» (51% dall'estero). Euroluce punta a diventare «il punto di riferimento nel mondo, sia sotto il profilo decorativo che tecnico» spiega Andrea Vaiani, direttore della manifestazione, che lancia quest'anno «The Euroluce International Lighting Forum», ospitato nell'arena di Sou Fujimoto, che offrirà un confronto a più voci sui grandi temi della progettazione. Nelle 2 giornate di masterclass - una dedicata a come la luce può migliorare la qualità degli spazi e l'altra a come può incidere sul benessere delle persone, migliorando la qualità della vita - si alterneranno tavole rotonde e workshop multidisciplinari.

Ricco il palinsesto di eventi culturali che il Salone regala ai suoi visitatori e alla città: sotto le vele di Fuksas La Dolce attesa (pad. 22/24), l'installazione immersiva di Paolo Sorrentino con Margherita Palli e le musiche di Max Casacci (sold out) che esplora le emozioni che attraversano lo spazio di un'attesa di un responso medico e Villa heritage di Pierre Yves Rochon (pad. 13/15) un omaggio alla massima espressione dell'alto artigianato made in Italy. Due le opere in città: Mother, la Pietà Rondanini reinterpretata dalla luce di Bob Wilson al Castello Sforzesco e Library of Light di Es Devlin alla Pinacoteca di Brera. Fitto il programma di talk e tavole rotonde per «Drafting Futures. Conversations about Next Perspectives» ospitato all'Arena di Formafantasma (Pad. 14).

Numeri, parole, disegni, schizzi e mobili tutti accomunati dall'essere tratteggiati da linee: «Ho imparato da Gio Ponti che tutte le arti alla fine comportano il disegno di linee. In questo mondo capovolto - osserva Maria Porro nel suo discorso alla serata inaugurale alla Scala citando le parole di Bob Wilson - le parole restituiscono il senso di ogni gesto progettuale.

In fondo un buon progetto non può forse migliorare le nostre vite? Non è forse questo il motivo per cui siamo qui? Domani, al Salone ancora una volta l'immaginazione si alimenterà di nuovi incontri tra linee rette e curve. Le uniche linee possibili secondo Wilson».

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