In merito alla vicenda del generale libico Almasri "ho ritenuto che potevano configurarsi un paio di reati e quindi di fronte alle palesi disinformazioni date dal governo ho deciso di presentare come cittadino questa denuncia. Ho fatto una scelta giudiziaria". E ancora: "Io sono un comune cittadino, non posso chiedere dimissioni. Ho visto che c'erano aspetti di possibile reità e ho fatto una denuncia”. Queste sono le parole di Luigi Li Gotti a Radio 24 per motivare la denuncia contro mezzo governo in relazione al caso del rimpatrio del cittadino libico Almasri. Ma siamo sicuri che non sia stata una scelta politica?
Il sospetto viene. Basti pensare al curriculum politico dell’avvocato calabrese: dopo la militanza nell’Msi e in Alleanza nazionale, la svolta nell’Italia dei Valori con Di Pietro e la nomina a sottosegretario alla Giustizia nel governo di sinistra guidato da Romano Prodi. Insomma, non è esattamente un profilo vicino al governo guidato dalla Meloni. Ma c’è anche l’attività social di Li Gotti a creare qualche perplessità: negli ultimi anni non ha lesinato critiche e attacchi feroci all’attuale premier e ai suoi alleati.
31 gennaio 2017, attacco frontale alla Meloni, evidentemente in disaccordo con le scelte dell’esecutivo dell’epoca (spoiler: di sinistra): “Politici prolifici di soluzioni ‘geniali’ quando sono all’opposizione e insignificanti quando sono al governo. Un esempio? Giorgia Meloni”. Insignificante. Ma la denuncia presentata ieri non ha motivazioni politiche, giusto ricordarlo. Poi il 19 maggio 2019, affondo contro l’intero centrodestra: “Salvini comizia con il crocifisso in mano. Meloni: mai più con Berlusconi. Avremo la coalizione degli estremisti xenofobi”. Passiamo all’epoca Covid, 1 giugno 2020: “Meloni in perdurante divieto assembramento, vuole andare in gruppo all’Altare della Patria. Esibizionista di borgata”.
“Esibizionista di borgata” non è esattamente una critica nel merito.Ma questi sono solo alcuni dei tweet di Li Gotti “dedicati” al primo ministro e ad altri esponenti del governo. La tesi della “scelta giudiziaria” vacilla, non potrebbe essere altrimenti…
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