Migranti, nuovo sì della Ue sulla lista dei Paesi sicuri

L'avvocato generale della Corte europea: l'Italia può deciderli per decreto. Oggi apre il Cpr in Albania

Migranti, nuovo sì della Ue sulla lista dei Paesi sicuri
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Sconfitta doppia per la giurisprudenzza creativa in materia di immigrazione. Oggi riparte il Protocollo Albania: da Brindisi sulla nave Libra arriveranno 40 clandestini pronti a essere rimpatriati dal Cpr di Gjader come previsto dal recente decreto del governo. Ong e opposizione sono sul piede di guerra, ma il diritto d'asilo in Europa sta cambiando, lo dimostra il parere dell'avvocato generale della Corte Ue Richard de la Tour, secondo cui - contrariamente a quello che pensano i nostri giudici - l'Italia può decidere quali clandestini rimandare in patria con procedura accelerata. Deve documentare perché i Paesi d'origine sono «sicuri», e possono esserlo anche se ci sono minoranze che rischiano persecuzioni o violazioni gravi. L'autorità giudiziaria può contestare e controllare la legittimità di questa «presunzione di sicurezza» ma ha l'onere di valutare perché il singolo clandestino deve rimanere in Italia, non con sentenze fotocopia come finora, altrimenti è giusto rimpatriarli.

«Usiamo i Cpr perché ormai il 40% dei rimpatri viene effettuato attraverso il transito nei centri», dice il direttore centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle frontiere, Claudio Galzerano, in audizione in commissione Affari costituzionali alla Camera. «In Italia ce ne sono 10 - dice il dirigente - con una capienza teorica di 1.398 ed effettiva poco sopra i 700 posti perché i Cpr sono continuamente devastati nonostante la permanenza media sia 35 giorni»

L'assist alla piena applicazione degli accordi tra Roma e Tirana sugli hotspot extra Ue, dove valutare le domande d'asilo e procedere con i rimpatri, osteggiato dai giudici di Corti d'Appello e sezioni Immigrazione, arriva quando al porto di Shengjin arriveranno sulla Libra - nave che a breve sarà ceduta all'Albania dopo l'accordo sottoscritto dal ministro della Difesa Guido Crosetto - i primi clandestini con un decreto di espulsione sul groppone per essere reclusi nel Cpr di Gjader ed essere trattenuti fino a 18 mesi, in attesa che si espletino tutte le formalità.

L'Albania non è ancora il return hub extra Ue che ha in mente la Commissione europea, ma la direzione è tracciata. Tanto che in serata un portavoce di Bruxelles conferma che la lista Ue dei «Paesi sicuri» è quasi pronta ed è basata «su un'analisi dell'agenzia Ue per l'asilo e su altre fonti». «Stiamo esplorando nuove strade per la gestione del fenomeno migratorio, confidiamo nel verdetto della Corte di Giustizia Ue (atteso prima dell'estate, ndr) su questioni che, in verità, a noi sembrano già chiare», ribadisce il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nel suo discorso in piazza del Popolo a Roma al 173esimo anno della fondazione della Polizia di Stato.

Quante sono state le espulsioni? Gli Uffici immigrazione delle questure nel 2024 hanno adottato 25.383 provvedimenti, ne sono stati rimpatriati 5.541 (4.752 in modo forzoso, 789 volontariamente, mentre 16 sono stati allontanati per motivi di sicurezza). I respingimenti alla frontiera sono stati 8.974, in aumento rispetto ai 6.972 del 2023, mentre gli arresti alla frontiera sono stati 2.180. Intanto la Consulta chiede al Parlamento una nuova disciplina del processo di Cassazione sulla convalida del trattenimento di chi è stato espulso. Ma sulla legittimità delle espulsioni dal Cpr di Shengjin si registra la fortissima contrarietà di giuristi e Ong.

In audizione il presidente dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione Asgi Lorenzo Trucco critica il decreto Albania («apre uno squarcio inquietante») e denuncia «profili di illegittimità costituzionale». Per la deputata Pd Rachele Scarpa, a Shengjin per seguire i migranti partiti da Brindisi «si aprono spiragli inquietanti di grave compressione del diritto d'asilo».

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