Il suicidio assistito in Toscana è legge

È la prima regione a varare una norma sul fine vita. Sarà una prestazione gratuita

Il suicidio assistito in Toscana è legge
00:00 00:00

La scelta della Toscana tra «avanguardia» e «incostituzionalità». Il dibattito è aperto ma intanto il Consiglio regionale ha approvato (prima volta per una Regione) una legge sul fine vita. Tra i precedenti, il recente tentativo del Veneto. Ma a gennaio scorso, in quel caso, è arrivato uno stop. La normativa varata ieri, invece, assume come base di partenza era una proposta d'iniziativa popolare dell'Associazione Luca Coscioni. Il testo finale è diverso. Ma trae comunque ispirazione dall'originale. Per il presidente Eugenio Giani, esponente del Partito democratico, si tratta soprattutto di dare seguito a una sentenza della Corte Costituzionale: la numero 242 del 2019. In buona sostanza, la Toscana inserisce il cosiddetto suicidio assistito nel servizio sanitario regionale. «Poche volte - ha dichiarato ieri il governatore dem - ho visto un Consiglio così attivo costruttivamente, è un salto di qualità e di civiltà, che la Toscana compie per prima rispetto alle altre Regioni e al Parlamento».

La legge toscana è cedevole. Vuol dire che, qualora venisse approvata una legge nazionale, superiore per gerarchia giuridica, il provvedimento regionale verrebbe meno. I requisiti per «l'accesso al suicidio medicalmente assistito» sono quelli già individuati dalla stessa Corte costituzionale. E sono quattro. In primis, una persona, per poter accedere al suicidio assistito, deve dipendere dalle apparecchiature che lo tengono in vita. Devono esistere delle sofferenze. Poi, questa persona deve possedere la capacità di scegliere, che deve essere contraddistinta da una piena autonomia. La quarta fattispecie prevede che il soggetto non abbia alcuna possibilità di essere curato per la propria patologia. Lo stesso Giani ha ricordato questi quattro punti in un'intervista rilasciata a TgCom.

La legge regionale toscana istituisce una «Commissione multidisciplinare permanente». L'organo è composto da un palliativista, da uno psichiatra, da un anestesista, da uno psicologo, da un medico legale e da un infermiere. Oltre a queste figure, la Commissione «è integrata di volta in volta da un medico specialista». Un professionista in più, a seconda della patologia di cui si parla. Una parte della legge riguarda la «procedura per la verifica dei requisiti per l'accesso al suicidio medicalmente assistito». Chi volesse chiedere la procedura, avrebbe l'obbligo d' inviare una «istanza». Quella che poi verrà esaminata dalla Commissione e dal Comitato etico. Il parere di quest'ultimo dev'essere richiesto dalla Commissione «in tempo utile». C'è anche la possibilità di ripensarci. «La persona in possesso dei requisiti autorizzata ad accedere al suicidio medicalmente assistito - viene specificato- può decidere in ogni momento di sospendere o annullare l'erogazione del trattamento».

All'articolo 5 della legge, viene specificato come «le prestazioni» e i «trattamenti» del servizio sanitario «nell'ambito del percorso terapeutico-assistenziale del suicidio medicalmente assistito» siano gratuiti. L'articolo 5 del provvedimento, l'ultimo, garantisce la copertura finanziaria e rimanda alla legge di bilancio per gli oneri degli «esercizi successivi».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica