Chiara Giannini

Foto profilo di Chiara Giannini

Livornese, ma nata a Pisa e di adozione romana, classe 1974. Sono convinta che il giornalismo sia una malattia da cui non si può guarire, ma che si aggrava con il passare del tempo. Ho iniziato a scrivere a cinque anni e ho solcato la soglia della prima redazione ben prima della laurea. Inviata di guerra per passione, convinta che i fatti si possano descrivere solo guardandoli dritti negli occhi. Ho raccontato l’Afghanistan in tutte le sue sfumature e nel 2014 ho rischiato di perdere la vita in un attentato sulla Ring Road, tra Herat e Shindand. Alla fine ci sono tornata 13 volte, perché quando fai parte di una storia non ne esci più. Ho fatto reportage sulle missioni in Iraq, Libano, Kosovo, il confine libico-tunisino ai tempi della Primavera araba e della morte di Gheddafi e sull’addestramento degli astronauti a Star City (Russia). Sono scampata all’agguato di scafisti a Ben Guerdane, di ritorno da Zarzis, tre le poche a documentare la partenza del barconi. Ho scritto due libri: “Come la sabbia di Herat” e l’intervista al leader della Lega, dal titolo “Io sono Matteo Salvini”, entrambi per Altaforte. Sono convinta che nella vita contino solo due cose: la verità e la libertà. Vivo per raccontare il mondo, ma è sempre bello, poi, tornare a casa e prendere in mano un giornale e rileggere il tuo articolo.

Come fa il quotidiano la Repubblica a sapere che "Luca Morisi o comunque persone che parlavano a suo nome nei giorni seguenti al 14 (agosto, ndr) hanno preso contatto con tre persone al ministero dell'Interno"?

Chiara Giannini
Troppi spifferi su Morisi. Parte la caccia al "corvo"

"Il flacone con del liquido (sul cui contenuto l'Autorità giudiziaria sta compiendo i necessari accertamenti) non era di Luca Morisi, il quale - evidentemente - non può averlo ceduto a terzi"

Chiara Giannini
Nei verbali nessun coinvolgimento per il Carroccio. Il giallo del flacone attribuito al guru
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