Dubbi sul secondo indagato. E l'inchiesta perde già colpi

Morisi pronto a farsi ascoltare dai pm. I suoi legali: "Condotta penalmente irrilevante, solo fatti privati"

Dubbi sul secondo indagato. E l'inchiesta perde già colpi

L'ex spin doctor di Matteo Salvini, Luca Morisi, è pronto a chiarire tutto di fronte ai giudici sulla vicenda di droga che lo vede indagato. Il suo legale, Fabio Pinelli, ha infatti già confermato di aver già manifestato all'Autorità Giudiziaria la piena disponibilità del suo assistito a chiarire tutti gli aspetti della vicenda, ribadendo la convinzione della «irrilevanza penale della condotta di Morisi, il quale non ha mai posseduto il flacone contenente il liquido oggetto di accertamenti».

Insomma, i due ventenni romeni che lo accusano si sarebbero inventati tutto. Morisi avrebbe fatto sì uso di stupefacenti e quei circa due grammi di cocaina trovati in casa lo dimostrano, ma è fuori discussione che sia uno spacciatore. Semmai un consumatore di droga (e quindi avrebbe commesso solo un illecito amministrativo).

Inoltre, l'avvocato chiarisce che allo stato attuale non risulta coinvolto alcun «quarto uomo», e anzi dagli atti nella legittima disponibilità della difesa risulta sottoposta a indagine solo una ulteriore persona oltre a Morisi. Ma la procuratrice di Verona, Angela Barbaglio, che nega che le notizie siano uscite da Procura o carabinieri, prima smentisce il legale del guru della Lega, dicendo che «allo stato attuale non c'è un secondo indagato», poi diventa possibilista: «Io ho riferito solo ciò che ricordavo quando mi è stata comunicata la notizia di reato, un mese e mezzo fa - spiega - e in quel momento riguardava solo la cessione di una sostanza liquida, che i due ragazzi (in un primo tempo io stessa non rammentavo se due o tre), asserivano essere droga. Cosa sia successo dopo, - prosegue - ovvero se il collega Aresu, nel proseguo delle indagini, sia arrivato ad iscrivere una o altre persone, non lo so, E non intendo riferire circostanze che riguardano lo stato attuale delle indagini, che non conosco».

Pinelli al momento non aggiunge niente, ma auspica che «il tutto possa essere trattato per quello che è: un fatto che attiene alla vita privata dell'interessato».

Ciò che sta accadendo è che l'uso personale di stupefacenti si sta trasformando in un processo mediatico montato ad hoc dai media di sinistra per coinvolgere la Lega a pochi giorni dalle elezioni amministrative.

Morisi avrebbe conosciuto i due romeni su Grindr, una applicazione per incontri gay.

La Repubblica ha intervistato uno di loro, P.R., che punta il dito contro il social media manager: «Quella notte a casa di Luca Morisi mi ha distrutto la vita. Mi sono sentito male e sono fuggito. Con me ho prove, foto e messaggi che dimostrano che tutto ciò che vi dirò è la verità».

Il modello di 20 anni, escort per necessità, racconta che sarebbe andato nella cascina di Belfiore dietro pagamento di 4mila euro. «L'accordo tra noi - dice - era che ci saremmo divisi a metà il compenso. Prima di partire da Milano, il mio amico ha ricevuto da Morisi un bonifico di 2.500 euro. A me ne ha dati in contanti 500: aveva un debito da saldare con me perché ho sulla mia partita Iva il contratto del suo telefono». Racconta quindi di aver trascorso 12 ore in quella casa, di aver assunto droga senza essere obbligato da Morisi, di essersi sentito male e di aver chiamato lui i carabinieri.

La presunta droga dello stupro? «Io non l'avevo portata», prosegue il ventenne aggiungendo: «A me l'ha data Morisi e non so dire perché fosse finita in macchina».

Poi un racconto confuso pieno di contraddizioni. Un mistero che si infittisce e che solo le verifiche delle Forze dell'ordine potranno chiarire.

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