Sono due le persone arrestate e 18 quelle indagate nell’ambito dell’operazione “Fake Bank” , condotta dalla guardia di finanza di Catania. Tutti i soggetti coinvolti sono indagati a vario titolo per il reato di bancarotta fraudolenta, falso in prospetto, ostacolo all’esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio per fatti attinenti allo stato d’insolvenza della “Banca Sviluppo Economico s.p.a.” dichiarato dal tribunale civile di Catania nel dicembre 2018. Le indagini condotte dai finanzieri hanno permesso di verificare la perpetrazione ripetuta di illecite condotte operate dalla governance della banca etnea finalizzate a rappresentare una situazione patrimoniale non corrispondente alla realtà
Due fratelli catanesi, titolari di una società agricola nel Capoluogo etneo, sono stati arrestati in quanto responsabili di sfruttamento del lavoro e violenza privata ai danni dei loro dipendenti. Questi ultimi erano di origini marocchina, rumena e tunisina ed erano costretti a laorare seguendo orari estenuanti a due euro e 50 centesimi l'ora. Per loro nessun giorno di riposo durante la settimana. Le indagini dei carabinieri sono scaturite a seguito della denuncia di due cittadini rumeni sfruttati.
I carabinieri di Raffadali, in provincia di Agrigento, nel corso di una serie di controlli specifici del territorio hanno scoperto un "caseificio dell'orrore". Al suo interno vi erano topi morti vicino alle caciotte di formaggio e ad altri prodotti caseari. Diversi anche i roditori che scorazzavano fra gli ovini macellati senza alcuna autorizzazione. I prodotti erano privi di tracciabilità così come anche l'esistenza del caseificio non era mai stata dichiarata. Per il titolare, già conosciuto alle forze dell'ordine, sono scattate le manette e una multa da 65mila euro.
Per la seconda volta era riuscito a rapinare un hotel di Catania portando via 80 euro, ma grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri è stato fermato ed arrestato mentre cercava di allontanarsi con l’autobus. Si tratta del 41enne catanese Andrea Drago che, facendo credere all’addetto della reception di avere un’arma in tasca, ha portato via i soldi dietro diverse minacce. L’impiegato, una volta rimasto da solo, ha lanciato l’allarme. Grazie alle indicazioni fornite dal malcapitato e alle immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza, Drago è stato arrestato per il reato di rapina aggravata.
Nell’ambito di un’attività di contrasto alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, i carabinieri di Trapani hanno arrestato un 40enne del luogo, Leonardo Rubino. L’uomo, nel corso di una perquisizione personale e domiciliare è stato trovato in possesso 81,52 grammi di hashish e 1,81 grammi di cocaina suddivisi in 10 dosi. Oltre alla droga è stato rinvenuto anche tutto l’occorrente che ne consentisse il confezionamento e la vendita. A casa del 40enne sono stati ritrovati anche i personal computer dei quali, qualche giorno prima, l’Università degli Studi di Trapani ne aveva denunciato il furto.
Non riusciva ad accettare di essere stato lasciato dall’ex compagna e per questo motivo le ha incendiato la macchina con l’aiuto di due complici. L’uomo, G.M. di 34anni è stato incastrato dalle telecamere di videosorveglianza poste sul distributore di benzina e anche nella zona interessata dall’incendio. La Procura di Catania ha aperto un’indagine sui tre per il reato di danneggiamento ed incendio aggravato in concorso. A carico dell’ex compagno della donna anche il reato di atti persecutori. Nei suoi confronti sono state applicate delle misure cautelari, ovvero il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna e l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
I militari della Guardia di Finanza di Catania hanno arrestato un 62enne del luogo, Agatino Bonaccorsi ritrovato in possesso di 41 Kg di marijuana del genere “skunk” durante un posto di controllo. La droga era tenuta dentro un congelatore. Se piazzata sul mercato etneo, avrebbe fruttato più di un milione di euro. Bonaccorsi dovrà rispondere per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio.
Sono tre le persone arrestate all’alba di questa mattina nell’ambito dell’operazione chiamata “Eden 3 – Pequeno”. Si tratta dell’ex avvocato Antonio Messina, 73 anni, radiato dall’albo per via delle vicende giudiziarie che lo hanno visto coinvolto e che viveva ormai a Bologna ai domiciliari; Giacomo Tamburello, di 59 anni e Nicolo’ Mistretta,di 64. I tre sarebbero i membri di un’associazione dedita al traffico internazionale di stupefacenti che ha operato sotto la protezione di Cosa Nostra siciliana e all’ombra del latitante Matteo Messina Denaro. L’operazione è stata condotta dai carabinieri del R.O.S. del comando provinciale di Trapani unitamente ai militari del Gico del nucleo di polizia Economico- Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo.
Maltempo oggi su tutto il territorio agrigentino. Licata la città più colpita con forti acquazzoni. Nel pomeriggio il livello dell’acqua in strada è diventato molto alto mettendo in allarme i residenti di alcuni quartieri. Un vortice di acqua, come un fiume in piena, ha attraversato impetuoso alcuni corsi mettendo a rischio le auto parcheggiate e alcune abitazioni a pian terreno. Paura tra i residenti della zona.
Arrestati questa mattina a Gela, in provincia di Caltanissetta, i membri di un’associazione a delinquere dedita al compimento di reiterate truffe aggravate. Si tratta dei gelesi Vincenzo Lauria, 47 anni, Calogero Lo Porto, 33 anni e del 37enne Enea Rosario Romano. Assieme a loro sono indagati a piede libero altri complici. Tutti, con diversi ruoli, organizzavano bische clandestine per il gioco di poker e truffavano i giocatori guadagnando diverse centinaia di euro. Per raggiungere il loro obiettivo i truffatori si avvalevano del congegno elettronico chiamato in gergo “Pina” e, per intrattenere i giocatori al tavolo e incassare più soldi, offrivano diverse dosi di cocaina.