Siamo italiani in pensione residenti in Svizzera.
Nel 2004 abbiamo ricevuto in eredità una abitazione famigliare nella regione del lago di Garda, che abbiamo ristrutturato nel 2007. Mia madre era commerciante.Vedova all'età di 32 anni con due figli a carico, ha costruito questa casa nel 1971 con regolare licenza edilizia rilasciata dal comune. Nel corso degli anni mia madre ha subito gli attacchi di un confinante ( avvocato di professione, importante personaggio veronese, proprietario di immobili e tenute in tutta la provincia) che contestava la distanza tra il fabbricato e una sua proprietà (abitazione contadina abbandonata, rudere) chiedendo l'abbattimento del nostro fabbricato. (primo atto di citazione il 29/5/1971). La giustizia ha seguito il suo corso e il 25.3.75 la Corte d'Appello di Venezia condanna mia madre all'abbattimento. Il confinante non ha mai fatto eseguire l'ordinanza.Mia madre decede nel febbraio 2004. Subito dopo il confinante mi scrive proponendomi un accordo e da li scopriamo che lui non aveva nessuna intenzione di fare abbattere la casa ma voleva acquisirla per pochi soldi.
Il 14/7/2004 il confinante chiede l'esecuzione della sentenza del 1975. Il 18/10/2005 Il Tribunale dichiara l'inesistenza di diritto di demolizione. Il 12/11/2005 Il Tribunale dichiara l'inesistenza di diritto di demolizione per prescrizione e condanna l'avversario al pagamento delle spese. Pensando l'incubo terminato abbiamo deciso di ristrutturare la casa in previsione del nostro ritorno in Patria come pensionati. La gioia fu di breve durata. Seconda causa per identici motivi. Il 5/6/2006 il confinante rilancia la procedura per gli stessi motivi evocati nel 1975. Il 28/9/2007 Il Tribunale dichiara inammissibile la richiesta di demolizione. Il 29/12/2008 Il Tribunale di Verona dichiara inammissibile la richiesta di demolizione per violazione " del ne bis idem " in quanto preclusa dall'operare di due precedenti giudicati. L'ultima sentenza doveva aver luogo in Dicembre 2013 ma per cause ignote è stata rinviata al Marzo 2015. Questi sono i tempi della giustizia italiana.
Tempi che distruggono la serenità e il patrimonio di una persona o di intere famiglie al beneficio di qualche personaggio senza scrupoli e di qualche amministrazione che invece di proteggere il cittadino si svincola di ogni responsabilità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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