Sono trascorsi quasi cento anni da «Cristo si è fermato a Eboli», capolavoro letterario con cui Carlo Levi descrisse (anche con i suoi dipinti) «quell'altra Italia» dimenticata, immobile, e al contempo affascinante; oggi tocca ancora una volta all'arte restituire le emozioni di un Belpaese ancora dai mille volti, ma non per questo meno unico.
«Insulae acua» è il titolo di un progetto ideato dalla curatrice milanese Alessandra Klimciuk per l'Acquario Civico dedicato a Linosa, l'ultima delle isole siciliane, attraverso gli scatti di due grandi fotografi: il decano Gianni Berengo Gardin (nella foto) e Filippo Romano. Il progetto su Linosa nasce dal percorso esperienziale della curatrice, innamorata dell'isola e delle profondità del suo mare, ma nella rappresentazione fatta dei due artisti della fotografia si impregna di valenze simboliche, diventando metafora di un altrove, forse desiderabile in questa epoca di disfacimento. La mostra, nel disegno di Klimciuk, si divide in due percorsi visivi: il primo è quello del 95enne Berengo Gardin, maestro del reportage sociale e civile, che approdò a Linosa nel Natale del 1991, riportandone il genius loci con gli scatti in bianco e nero di 46 rullini, con i volti dei suoi abitanti; anziani e bambini, i cui occhi, più di ogni paesaggio, raccontavano il «Natale povero» di un mondo arcaico. L'altro percorso ci riporta alla Linosa di oggi con la sua natura rimasta incontaminata, di cui Romano ci riporta i colori e quasi i profumi. Attraverso 63 opere la mostra invita lo spettatore ad un viaggio nello spazio nel tempo, «con l'obiettivo di riconsiderare il rapporto tra uomo e natura - dice Klimciuk - comunità e isolamento, realtà e immaginazione».
Nell'ambito
dell'esposizione, il 16 gennaio alle 18 si terrà un talk con Berengo Gardin e il conduttore tv Davide Mengacci, «per raccontare l'anima e la poesia di una comunità resiliente, partecipata e attiva dell'unica isola remota d'Italia».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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