Afghanistan, la Lega: nessun contrasto Frattini ribadisce: no al ritiro da Kabul

La Lega pone fine a quelle che definisce "polemiche strumentali" sulla permanenza della missione militare italiana in Afghanistan: "Manterremo gli impegni assunti dal governo". La Russa: "Missione irrinunciabile". Tornado, Predator e nuovi Lince: ecco i rinforzi

Afghanistan, la Lega: nessun contrasto  
Frattini ribadisce: no al ritiro da Kabul

Roma - Dopo tanto clamore il Carroccio smorza le polemiche con la maggioranza sui soldati italiani in Afghanistan. La Lega chiede uno "stop" a quelle che definisce "polemiche strumentali" sulla permanenza della missione militare italiana a Kabul. "La Lega - affermano in una nota congiunta i capigruppo parlamentari Federico Bricolo e Roberto Cota - ha sempre mantenuto gli impegni assunti dal governo e lo farà anche in questo caso. Dunque non c'è alcun contrasto a livello di maggioranza. Bossi ha aperto una riflessione giusta peraltro in corso in molti paesi impegnati in Afghanistan". "Lo stesso presidente Obama - aggiungono gli esponenti del Carroccio - ha fatto una riflessione sulla presenza degli Stati Uniti parlando di exit strategy. Proprio nella zona dove si trovano i nostri militari è stata raggiunta una tregua che dovrebbe permettere il regolare svolgimento delle elezioni. L'auspicio è che questo accordo sia il primo di una lunga serie. Dopo le elezioni presidenziali in Afghanistan ci sarà l'occasione per riflettere. Adesso basta con le polemiche strumentali".

La polemica La bufera politica era scoppiata sulle regole d'ingaggio e sui tempi di rientro. Ad aprire il dibattito è stato il leader della Lega Nord, Umberto Bossi: "La missione costa un sacco di soldi e visti i risultati bisognerebbe pensarci su". A calcar la mano ci ha pensato il ministro Roberto Calderoli: "Rientrare anche da Libano e Balcani". Esternazioni che, però, non sono affatto piaciute al titolare della Difesa, Ignazio La Russa, che avverte: "La missione in Afghanistan è irrinunciabile. Ci sarebbe un problema solo se la Lega votasse contro. Faccio un appello a non usare questi argomenti per avere visibilità".

La Russa: resteremo lì  "Torneremo indietro - assicura La Russa - quando avremo concluso l’obiettivo della missione, che è dare all’Afghanistan la possibilità di gestire autonomamente il territorio". "La missione in Afghanistan è irrinunciabile - sottolinea il numero uno della Difesa - ci sarebbe un problema solo se la Lega votasse contro. Faccio un appello a non usare questi argomenti per avere visibilità. Questo dibattito se c’è, e non c’è, lo dobbiamo fare prima in Consiglio dei ministri. Non ho mai sentito in Consiglio dei ministri e in Parlamento gli amici della Lega in difformità dalle posizioni del governo italiano". Poi rispondendo alle parole di Bossi e di Calderoli ricorda che "ci siamo assunti degli obblighi per quanto riguarda le missioni internazionali. Se ci sono delle novità si usino le sedi opportune. Io leggo le parole di Calderoli come una garbata precisaione e rettifica alle frasi di Bossi tanto che parla di Kosovo e Libano dove, non è una novità, il governo intende ridurre la presenza".

Pd contario al ritiro, Idv all'attacco "Non è il momento" per far rientrare i militari italiani dall’Afghanistan. Secondo il segretario del Pd Dario Franceschini, i militari devono "completare il lavoro" che è stato loro affidato. "Siamo contrari - afferma il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro - al passaggio da una fase di difesa della popolazione a una fase di guerra guerreggiata". "Siamo da sempre contrari alle guerre", aggiunge l’ex pm, soprattutto quando "le buone intenzioni si sono infrante". Di "problema molto serio nella maggioranza e nel governo" parla Marina Sereni, vicepresidente dei deputati Pd. "Sono favorevole - sostiene l’eurodeputato dell’Idv Luigi De Magistris - al fatto che si arrivi attraverso percorsi internazionali diversi e forze di pace, al graduale superamento della presenza italiana in Afghanistan".

"Il governo deve riferire subito in parlamento perchè non si possono fare giochini politici sulla pelle dei nostri militari - interviene Pier Ferdinando Casini - la Lega non può essere un partito di lotta e di governo. Noi sosteniamo senza se e senza ma i nostri militari".

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