Albert Camus, la "sua" Algeria boicotta le celebrazioni dei 50 anni dalla morte

«Le Monde» rivela l'esistenza di una petizione per bloccare gli eventi nella sua terra d'origine. Lo scrittore francese, nato nel paese nord-africano, non si schierò a favore dell'indipendenza della colonia francese. E a «casa» sua è visto come un traditore

Albert Camus, la "sua" Algeria boicotta le celebrazioni dei 50 anni dalla morte

La cultura europea non ha ancora digerito bene Albert Camus, autore e intellettuale fuori posto nel suo secolo, il Novecento. E l'ulteriore dimostrazione della posizione «scomoda» del pensatore e scrittore francese (ma di origini algerine), autore del capolavoro «Lo straniero», del '42, arriva proprio dalla sua terra natale. Infatti, celebrato in grande stile in Francia, il cinquantenario della morte di Albert Camus (morto il 4 gennaio del 1960, in un incidente stradale, a soli quarantasei anni) è un flop nella «sua» Algeria, dove si vanno moltiplicando le iniziative che invitano a boicottare l'anniversario dello scrittore. Il suo rifiuto di schierarsi con «la meglio gioventù» della cultura francese del suo tempo contro la colonia algerina a favore degli insorti (durante la guerra d'Algeria, tra il 1954 e il 1962) gli valse un ostracismo e un isolamento duri a morire. Camus a casa sua è considerato più che uno «straniero», un «traditore».
E così, le manifestazioni per rendere omaggio allo scrittore premio Nobel per la letteratura, nato sulla costa est algerina, vicino ad Annaba, sono decisamente rare. E quelle poche dividono gli intellettuali, come ha sottolineato in un polemico servizio da Algeri il quotidiano francese «Le Monde», rivelando come l'intellettuale esistenzialista sia oggi assai poco amato nella nazione che gli dette i natali nel 1913: il silenzio dell'autore di «Il mito di Sisifo» durante la guerra d'indipendenza non gli è stato insomma ancora perdonato.
Un appello intitolato «Alerte aux consciences anticolonialistes» circola tra editori, scrittori, accademici e giornalisti per denunciare «la festa camusiana», sinonimo, agli occhi degli estensori del testo, di «una riabilitazione del tema dell'Algeria francese». Diffuso da Mustapha Madi, direttore di collana della casa editrice Casbah, la petizione denuncia in particolare «La carovana Camus», un progetto portato avanti da Sabah M'Rakach con lo scrittore francese Guillaume Luchelli.
Sette città, tra le quali Algeri, Annaba, Tlemcen e Oran, dovrebbero accogliere manifestazioni letterarie su Camus. Ma, sollecitato per concedere il suo patrocinio, il ministero della Cultura algerina non ha ancora dato risposta. Ironie sul cinquantenario di Camus in pompa magna in Francia, le cui iniziative si vorrebbero estendere anche all'Algeria, sono apparse sul giornale «El Khabar».

«È una battaglia della generazione che ha più di cinquant'anni, i giovani non conoscono Camus», ha detto il sociologo Abdenasser Djabi, destinatario della petizione che si è rifiutato di firmare. «Non è facile difendere Albert Camus nel 2010», ha aggiunto.

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